Alle 4:50 del 6 settembre 2015 Genny Cesarano viene ucciso davanti alla chiesa di San Vincenzo nel quartiere Sanità da due colpi di pistola che lo raggiungono al petto. Trasportato all’ospedale Pellegrini, giunge ormai deceduto. La polizia scientifica ritrova sul luogo dell’accaduto 18 bossoli di diverso calibro che fanno ipotizzare in prima ipotesi un agguato di matrice camorristica o un conflitto a fuoco tra fazioni rivali. Genitori ed amici di Genny rivendicano a gran voce l’innocenza del ragazzo.
L’inchiesta ha confermato che il ragazzo fu la vittima innocente di una sparatoria all’impazzata scatenata nell’ambito di uno scontro fra bande rivali della camorra. Determinante, ai fini della ricostruzione della vicenda, la collaborazione con la giustizia di un uomo, appartenente a un clan dell’Area Nordest di Napoli.
Nel decimo anniversario dal delitto, la Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania con Libera, il Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità , l’associazione “Un popolo in cammino per Genny vive”, con il sostegno del CSI e del Comune di Napoli hanno organizzato tre momenti in memoria. Presente il papà , Antonio Cesarano.
Si è svolto un torneo di calcio con squadre composte da atleti provenienti dal Centro Sportivo Italiano, le cui famiglie usufruiscono del voucher concesso dalla Regione Campania per le attività sportive. Successivamente il Comune di Napoli ha intitolato l’impianto sportivo a Genny Cesarano. Erano presenti gli assessori comunali e regionali, Antonio De Iesu e Mario Morcone.