53 arresti per clan Amato Pagano, Gratteri: “Addestravano minori per le estorsioni”
Una mafia che attrae i giovani grazie ai contenuti pubblicati sui social. Definisce così il gruppo camorristico che oggi ha subito “un duro colpo” il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa organizzata in seguito all’arresto di 53 persone ritenute affiliate al clan Amato Pagano operante nei comuni di Melito di Napoli, Mugnano di Napoli e nei quartieri Secondigliano e Scampia di Napoli.
Le 53 misure cautelari sono la conseguenza di una serie di indagini svolte dal Centro Operativo DIA di Napoli, coordinate dalla DDA, avviate nel 2021, che hanno consentito di ricostruire l’organigramma del gruppo criminale nato dalla sanguinosa “scissione” del clan DI LAURO e per questo definito anche degli “scissionisti”.
Le indagini hanno permesso di far luce sulle attività illecite commesse dal sodalizio tra le quali: richieste estorsive e l’introduzione nelle carceri di droga e cellulari che avrebbero consentito la comunicazione tra persone detenute e affiliati in libertà. Scoperta anche l’esistenza di una “cassa comune” nella quale confluivano i proventi di tutti gli illeciti commessi e dalla quale venivano attinte le risorse necessarie a garantire le cd. “mesate” a decine di affiliati sia liberi che detenuti grazie alle quali era assicurato un altissimo tenore di vita, sfrontatamente e costantemente esibito anche mediante i social network.