Come difendere le sorgenti d’acqua dolce da minacce antropiche e naturali? Attraverso un sistema di conoscenze nuove e multidisciplinari. E attraverso una rete di monitoraggio integrato per valutare lo stato della risorsa acqua e suolo. È quello che ha realizzato una best practice innovativa realizzata dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale. Realtà realizzata per il bacino di alimentazione delle sorgenti di Cassano Irpino nell’ambito del PON “Legalità” 2014-2020, per la Sicurezza Idrica – Sicurezza Sociale, finanziata dal Ministero dell’Interno. I risultati del progetto innovativo sono stati presentati nel corso di un evento svoltosi presso l’Hotel San Francesco al Monte.
SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO D’INTESA
Su queste premesse è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’Autorità̀ di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale grazie al quale sono state messe a disposizione dell’Arma dei Carabinieri le expertise dell’Autorità di Bacino Distrettuale per l’analisi e l’interpretazione di dati acquisiti con strumentazione in dotazione dell’Arma dei Carabinieri e sono state potenziate le infrastrutture delle sedi dei NOE con la fibra ottica, anche mediante gli apparati di rete già attivi. Il Segretario dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, Vera Corbelli e Il Generale di Corpo D’Armata del CUFA, Andrea Rispoli, ne hanno illustrato i contenuti.
UNA RETE DI MONITORAGGIO INTEGRATA
Ulteriore elemento significativo del progetto è stato quello di progettare e realizzare una rete di monitoraggio integrata, della qualità e disponibilità delle acque e di sorveglianza del sistema territoriale ed infrastrutturale, mediante la “fusione” di differenti tecnologie e strumentazioni, analisi ed implementazione di opportuni modelli e conseguente piattaforma di supporto alle decisioni (misure per la mitigazione delle criticità e del rischio e per azioni di prevenzione).
UNA “RETE ISTITUZIONALE, SCIENTIFICA E TECNICA”
Il progetto si basa su un approccio scientifico che ha consentito di sperimentare un percorso tecnico-gestionale originale, esportabile in altri contesti geo-ambientali, a livello nazionale ed internazionale, costruito su una “rete istituzionale, scientifica e tecnica” sinergica, che ha saputo coniugare l’innovazione tecnologica con le finalità della sicurezza idrica, sicurezza sociale e sviluppo sostenibile del territorio. E’ stata realizzata un’Infrastruttura Tecnologica, con funzionalità di Business Intelligence ed Analytics L’Infrastruttura tecnologica permette fra l’altro la memorizzazione e la gestione dei dati registrati in modo che abbiano valore probante in caso di indagini su illeciti ambientali a supporto dell’obiettivo del finanziamento PON Legalità.
Sono stati realizzati anelli di collegamento in fibra ottica fra le sedi di Napoli, Caserta, Salerno, Catanzaro, Reggio Calabria, Potenza, Bari, Lecce. È stata acquisita ed installata sensoristica IoT per la rilevazione dei dati “in-situ”.
TANTI I PARTECIPANTI
Alla presentazione dei risultati del progetto sono inoltre intervenuti l’onorevole Vannia Gava, Vice Ministro MASE e il Direttore del Ministero dell’Interno, Valentina D’Urso. Con loro il Capo Dipartimento del MASE, Laura D’Aprile e il professore Leonardo Cascini. Presente anche il Direttore Esecutivo del Progetto, Giovanni Pisciotta dell’Autorità di Bacino DA e il Direttore dell’Acquedotto Pugliese, Gianluigi Fiori.