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Affabulazione, ultima settimana di spettacoli: chiusura con la “Carmen rap”

In scena alle Officine San Carlo – Stradone Vigliena 23/A, da martedì 28 a giovedì 30 novembre (ore 20.30),

Ultima settimana di appuntamenti per “Affabulazione. Espressioni della Napoli policentrica”, progetto promosso dal Comune di Napoli e finanziato dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, che da settembre ha proposto laboratori, rassegne e spettacoli con un grande coinvolgimento del territorio.

Venerdì 24 novembre, alle 21.00, si conclude la rassegna CuciNights a cura del Collettivo LunAzione, che propone lo spettacolo “Il colloquio”. Al Centro polifunzionale Ciro Colonna del quartiere Ponticelli (Via Curzio Malaparte, 42) andrà in scena il lavoro diretto da Eduardo Di Pietro vincitore del Premio Scenario Periferie 2019, del Premio Fersen alla Regia 2021 e Finalista In-Box 2021. Interpretato da Renato BisogniAlessandro Errico e Marco Montecatino, lo spettacolo prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale di Napoli. Informazioni e prenotazioni: 3355432067

Lunedì 27 novembre, alle 17.00, ultimo appuntamento anche per la Fondazione F.M. Napolitano che chiude la rassegna “Emozioni” con “Omaggio a Maria Callas”, in occasione dei 50 anni dalla morte della straordinaria interprete. In scena all’Istituto Falcone di Pianura (Via Pallucci, 100) il soprano Maria Tomassi e la pianista Gabriella Orlando, che eseguiranno arie d’opera che hanno reso immortale la Divina. Informazioni e prenotazioni: whatsapp 3935945025 e 3332654573 o tramite mail fondazionenapolitano@gmail.com

È l’inedita “Carmen rap”, in scena alle Officine San Carlo – Stradone Vigliena 23/A, da martedì 28 a giovedì 30 novembre (ore 20.30), a chiudere la seconda edizione di “Affabulazione”.

Liberamente ispirata alla “Carmen” di Georges Bizet, con musiche e testi di Lucariello, drammaturgia di Federico Vacalebre e regia di Michele Sorrentino Mangini, la “Carmen rap” vede protagonista Carmencita, anzi Carme’, che non è più gitana ma portoricana a Castel Volturno. Legge le carte, ma, soprattutto, fa la ballerina, la cubista, la ragazza immagine, in una discoteca-lido. Don Josè è uno sbirro mammista, spedito in una terra che non conosce. Zuniga è diventato Zurzolo, il suo superiore e lui sa che in quella terra è venuta a morire Miriam Makeba, Mamma Africa. Escamillo è diventato un trapper, lo chiamano ‘O Torero per come «mata» le platee.
«Lo spunto lirico è l’opera di Bizet, magari con la trama ricondotta a Merimèe e poi trasportata ai giorni nostri, nelle terre nostre – spiega Federico Vacalebre –. I contrabbandieri, naturalmente, si occupano di droga, stanno senza penziere. E Carmen, Carmencita, anzi Carme’ fa la stessa tragica fine di sempre, perché il femminicidio non è mai stato così di attualità, anche se muore a ritmo trap». A comporre il cast, Xana Vazquez de Prada (Carme’), Alessio Sica (Giuseppe), Vincenzo Bove (Zurzolo), Chiara Di Girolamo (Mercedes), Noemi Maria Cognini (Tessy), Marcello Bellopede (‘O Torero), Lorenzo Vacalebre (‘O Tricco), Marco Antonio Vincenzo Ferrante (‘O Tracco), Gianfranco Matonti (Don Pasta), Vincenzo Somma (poliziotto) e Nicola Zanfardino (poliziotto). Insieme a loro, i cori dell’Officina Carmen Rap e gli archi con Andrea Esposito (violino I), Paolo Sasso (violino II), Luigi Tufano (viola), Arcangelo Michele Caso (violincello) che si uniscono al basso elettrico di Roberto de Rosa. Le scene di Fabio Marroncelli sono state realizzate da Anna Nasone con gli studenti dell’Officina San Carlo di Scenografia; i costumi sono stati realizzati da Giusi Giustino con gli studenti dell’Officina San Carlo di Sartoria. Luci a cura di Nunzio Perrella.

 

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