Il Covid non ferma i trapianti di organi nell’ospedale più grande del Mezzogiorno d’Italia. Al “Cardarelli” sono stati effettuati ben 8 trapianti di fegato in poco più di 20 giorni, durante un agosto/settembre da record. È l’intensa attività condotta dai chirurghi e delle équipes dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli del Dipartimento Trapianti e dell’Unità Operativa Complessa Terapia Intensiva Fegato (UTIF) diretta dal dottor Ciro Esposito.
LA NOTA DELL’OSPEDALE
Storie che legano luoghi e persone spesso lontane tra loro, accomunate da gesti di grandissimo altruismo. È il caso, ad esempio, della famiglia del piccolo Gabriel (nome di fantasia), che ha scelto di donare gli organi del bimbo deceduto a causa delle complicanze della sindrome di Pfeiffer, disfunzione dei fibroblasti che porta ad un alterato processo di ossificazione della teca cranica e del massiccio facciale. Grazie al gesto di questa famiglia, ma anche di tante altre, oggi altre vite sono tornate a fiorire. Il fegato del piccolo Gabriel, ad esempio, ha restituito alla vita una giovane donna che a causa della malattia era finita in coma e che invece, proprio in questi giorni, è stata dimessa ed è potuta tornare a casa. Il gesto d’amore della famiglia di Gabriel è andato ben oltre, perché i chirurghi hanno potuto espiantare e destinare ad altri pazienti anche il cuore, i polmoni, il pancreas, i reni e le cornee.
Oltre la solidarietà e l’altruismo c’è poi da sottolineare l’enorme lavoro delle équipes chirurgiche del Cardarelli e la grande organizzazione messa in piedi dalla direzione strategica che qualifica l’Azienda Ospedaliera partenopea come polo di riferimento regionale (e non solo) per l’emergenza urgenza, con un’attività di trapianti in fortissima crescita nonostante il Covid. Risultato reso possibile anche dall’imprescindibile supporto del Centro Regionale Trapianti diretto dal dottor Antonio Corcione.
«In poco più di 20 giorni – spiega Ciro Esposito – i nostri chirurghi hanno realizzato 11 prelievi multiorgano facendo il giro d’Italia e arrivando sino in Svizzera: da Palermo a Cesena, ma anche Parma, Roma, Aosta e Berna. Organi che sono poi stati trapiantati in pazienti senza altre alternative e che hanno trovato nella nostra Azienda Ospedaliera risposte di salute di altissima qualità». In prima linea, oltre al direttore di dipartimento Ciro Esposito, il capo équipe Giovanni Vennarecci (direttore del Reparto Chirurgia Epatobiliare e Trapianto di Fegato), il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Epatologia Giovanni Di Costanzo e l’epatologo Alfonso Galeota Lanza.
«Oltre al gesto d’amore della famiglia del piccolo Gabriel – dice il direttore sanitario Giuseppe Russo – le storie da raccontare sarebbero tante. Storie che si legano all’impegno e alla grande professionalità del nostro personale, al quale va sempre la nostra gratitudine. Così come c’è da essere grati alle famiglie e alle persone che scelgono di donare gli organi, senza i quali tutto questo non sarebbe possibile». Tra coloro che hanno potuto riprendersi la propria vita quando tutto sembrava perso c’è, ad esempio, Maria (nome di fantasia per tutelarne la privacy). La donna è giunta in emergenza in pronto soccorso sul finire dell’estate. Trasferita immediatamente in Epatologia a causa di un’epatite fulminante, culminata poi in un’encefalopatia, la donna è stata sottoposta in brevissimo tempo al trapianto di fegato, si è risvegliata dal coma ed è ora in buone condizioni. «Il Cardarelli – sottolinea il direttore generale Giuseppe Longo – è riuscito ad offrire un contributo importante per il trattamento dei pazienti Covid, senza mai ridurre l’attività nell’ambito dell’emergenza-urgenza e dell’alta specialità medica e chirurgica che restano punti di eccellenza di questa Azienda Ospedaliera. Le attività chirurgiche, e non solo quelle, ci confortano negli sforzi fatti e consentono di fissare nuovi obiettivi sempre più ambiziosi, in linea con la programmazione regionale che punta ad una sanità d’eccellenza».
Non è un caso che i maggiori esperti del campo saranno a Napoli (dal 3 al 5 ottobre) in occasione del congresso nazionale della Società Italiana dei Trapianti d’Organo, congresso presieduto da Paride De Rosa, Michele Santangelo, Ciro Maiello, Claudio Napoli e Giovanni Vennarecci.