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L’amore dei romanzi di Moccia, l’eternità del sentimento giovanile

L’amore dei romanzi di Federico Moccia, l’eternità del sentimento giovanile. “Ho voglia di te”, un romanzo scritto dall’autore romano, pubblicato il 9 febbraio del 2006 dalla casa editrice Feltrinelli, seguito di “Tre metri sopra il cielo”. I romanzi hanno avuto un successo cinematografico nel 2004 e 2007. Stefano Mancini detto “Step” e Fabrizia Gervasi detta “Babi” hanno appassionato migliaia di coppie innamorate sotto il cielo di un’immensa Roma. Nel secondo romanzo il cuore di Step viene salvato dall’amore di “Gin”, che già da tempo era innamorata di lui. Federico Moccia fa sognare descrivendoci Roma e le sue ambientazioni. Le emozioni dei personaggi diventano le nostre man mano che sfogliamo le pagine.
“Ho voglia di te” inizia con la risposta alla domanda che si pone Step alla fine del primo
libro, ovvero: “Riuscirò a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il
cielo?”.
Step, immerso nel suo dolore per un amore smarrito, su quell’aereo di ritorno, cerca in tutti
i modi di scomparire o per meglio dire annullarsi. Quando stai male non ti importa di stare
peggio, vorresti solo liberarti di quel peso che porti dietro e allora inizi a rimuginare su di
lei che non c’è più. Quell’amore, che ha fatto incantare le persone che li guardavano e
innamorare follemente chi lo viveva, ora è volato via come le rondini a settembre. Step è
volato via con loro.
Ebbene sì, è ritornato a Roma con un volo New York-Roma Fiumicino dopo circa due anni.
Capirà che le cose cambiano e così anche per l’amore ritrovato in Gin. In amore tutto è
possibile come gli imprevisti; ne capita uno che fa separare i due a tal punto da lasciarsi
con l’amaro in bocca. In fine, dimostrandole di amarla davvero, Step riesce a farsi
perdonare, presentandosi con con una meravigliosa foto di un loro bacio davanti alla casa
della ragazza, seguita dalla scritta "ho voglia di te”.

TRE METRI SOPRA AL CIELO OPPURE HO VOGLIA DI TE?

Il primo amore non si dimentica mai ma questa volta si fa spazio all’amore, quello con la
“A” maiuscola. Scritti entrambi in modo molto semplice e scorrevole ma con un’attenzione
massima nei dettagli e cura dei personaggi. Storia romantica, che rimarrà uno dei
capolavori più belli di Moccia, ha saputo incantarci con un amore che va al di là delle
nostre aspettative. Nel primo libro, Step da giovane scapestrato e Babi ovviamente la
brava ragazza creano una contrapposizione che rende il pubblico dai 16 ai 20 anni più
interessati. Il libro parla della prima volta, del primo amore e di sentimento profondo,
anche se sembra possa durare nel tempo ma che alla fine così non è. Nel secondo libro,
Gin è l’opposto di Babi, scapestrata, mora con gli occhi azzurri che sogna di diventare
fotografa. Ci fa stare di più, con i piedi per terra, i tre metri sopra al cielo diventano realtà e non più fantasia. Nasce un bisogno incondizionato d’amore e di farsi strada nel mondo
adulto; capiranno anche che la vita corre, va avanti e loro devono afferrarla e correre con
essa.

QUANT’E’ FEDELE IL FILM AL LIBRO

Ovviamente la scrittura di Moccia trasmette sicuramente più emozioni. I libri a parer mio
hanno sempre una marcia in più rispetto ai film perchè toccando le pagine e evidenziando
le frasi che ti fanno battere il cuore è come se ci mettessi un pò di tuo nella storia e inizi ad
affezionarti maggiormente ai personaggi. All’uscita, il film fu oggetto di polemiche per
l’esplicita scena di sesso tra Riccardo Scamarcio, cioè “Step” e Laura Chiatti che
interpretava “Babi” e per la scena di violenza sessuale . La pellicola non ha comunque
subito alcuna limitazione alla visione da parte dei minori. Il film è pieno di frasi fatte e clichè che fanno battere i cuori solo alle ragazzine più ingenue, ma con un occhio più
critico possiamo vedere che alla fine è solo dannatamente patetico. Ovviamente abbiamo
lo stereotipo di Scamarcio, bello e dannato. Il film si dovrebbe intitolare “tutte pazze per
Scamarcio” dato che la maggior parte di loro non hanno letto il libro, che è di maggior
rilevanza.
Questo libro, scritto in modo semplice, ci fa apprezzare e amare la vita in quegli attimi
fermati nel tempo scritti nero sul bianco. La maestria di un bravo scrittore sta pure lì,
nell’incantare i lettori e di farli immedesimare nel protagonista. I sentimenti che prova Step
sono reali, tutti noi abbiamo provato una delusione d’amore e Moccia le trascrive
facendoci rivivere le emozioni che poi per paura o semplicemente per la voglia di non
metterci in gioco e non essere feriti di nuovo dalla lama tagliente dell’amore ci priviamo di
viverli. Moccia, in questo romanzo ci fa rendere conto che si può trovare l’amore anche
dopo 100 delusioni. La persona che ti fa battere il cuore e mettere il “lucchetto” sul Ponte
Milvio, dopo tanti muri e vicoli ciechi, riesci a trovarla. Tutto questo nel film è incorniciato
dalla canzone di Gabriele Tononi, “Ho voglia di te”.

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