Mettere in luce gli effetti collaterali “dimenticati” della chirurgia oncologica maschile, in particolare in ambito urologico. E’ stato questo il focus della due giorni di “Androsud 2025”, che si è tenuto all’ospedale “Cardarelli” di Napoli. Padrone di casa del corso teorico-pratico di chirurgia andrologia è stato Maurizio Carrino, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Andrologica del più grande nosocomio del Sud Italia. Il congresso ha riunito i migliori specialisti italiani per un confronto aperto su tecniche, approcci e percorsi clinici. Con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti operati per tumori alla prostata e alla vescica. In particolare, come evidenziato dai dati, in molti casi nonostante la guarigione dal tumore, restano tali e tante criticità post operatore, che non contribuiscono a ridonare al paziente uno stile di vita adeguato e felice.
“L’andrologia moderna – spiega Carrino – non si può certo limitare a curare la malattia. Deve avere l’obiettivo di restituire salute e dignità alla persona. La nostra missione è quella di offrire una visione globale del paziente, inteso come individuo in relazione con l’ambiente e la propria identità. Nell’85% dei casi, la prostatectomia radicale, anche se assistita dalla chirurgia robotica – spiega Carrino – comporta effetti collaterali importanti sulla sfera sessuale. Ma è arrivato il momento di rompere il tabù e affrontare il tema con chiarezza e concretezza”.
E in questi giorni Carrino ha ricevuto anche un altro importante riconoscimento. L’unità di Andrologia dell’ospedale Cardarelli di Napoli, da lui diretta è centro d’eccellenza in Italia per le chirurgia uro-andrologica. Il riconoscimento è arrivato dalla European Society for Sexual Medicine, presieduta dal professore Mikkel Fode, organizzatore dell’attività educazionale dal titolo Essm Surgical Academy.