E’ stato arrestato, ed ora è ai domiciliari con braccialetto elettronico, con l’accusa di omicidio stradale il giovane di 24 anni che la mattina del 5 maggio scorso investì e uccise Rita Granata, 21 anni, in via Leopardi a Napoli. Il provvedimento cautelare è stato eseguito dal personale dell’Unità Operativa di Infortunistica Stradale della Polizia Locale di Napoli. Erano le 4.15 e la vittima stava attraversando la strada sulle strisce pedonali quando l’a Volkswagen Polo guida da R.A. (queste le sue iniziali) la investì in pieno, allontanandosi senza prestare soccorso. La ragazza venne trasportata in condizioni gravissime al vicino ospedale “San Paolo” per poi essere trasferita d’urgenza a Nocera Inferiore dov’è deceduta l’08 maggio, dopo 3 giorni di agonia. Determinante è stata la ricostruzione dell’evento ad opera del personale dell’Infortunistica Stradale le cui indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli. A carico di R.A. sono stati accertati gravi indizi di colpevolezza per il delitto di omicidio stradale aggravato. E’ stato accertato che l’auto viaggiava ad una velocità ben più elevata rispetto al limite consentito. Ma anche che l’indagato al momento dell’incidente era sia in stato di ebbrezza alcolica che sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
ALBA TRAGICA ANCHE PER UN’ALTRA RAGAZZA
Quel maledetto giorno a Napoli ci furono anche altri due incidenti. Il più grave in via Cattolica dove, all’alba, la 21enne Sara Romano venne travolta e uccisa da un Suv il cui conducente, dopo qualche ora, si costituì alla Polizia. Ha 29 anni, sposato con figli e senza precedenti penali, è stato anche lui arrestato con l’accusa di omicidio stradale. La giovane era da poco uscita dall’auto per dare il cambio alla guida ad un’amica quando è stata investita dall’auto. Vano qualunque tentativo dei soccorritori di rianimarla, a causa della gravità delle ferite riportate nell’impatto.