Per chi non ha seguito nel 2004 le vicende legate alla faida di Scampia, Tony Colombo e Tina Rispoli erano solo due influencer sopra le righe. I cortei matrimoniali, i flash mob e le inaugurazioni che in questi anni hanno invaso il web erano tutta scena. Fumo negli occhi utile a nascondere i loro reali interessi finanziari, connessi a quelli del clan di Lauro. Facevano affari con la camorra e per questo sono infatti finiti agli arresti insieme ad altre 25 persone tra cui Vincenzo di Lauro, il figlio del capoclan Paolo, alias ciruzzo o milionario, nel corso di un blitz organizzato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il cantante neomelodico e la moglie, già vedova di un boss protagonista della faida di Scampia, Gaetano Marino, rientrano nelle 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse in seguito a un’indagine sulle attività imprenditoriali e finanziarie dei di lauro avviata dalla direzione distrettuale antimafia di napoli ed eseguite dai carabinieri del Ros. I carabinieri hanno sequestrato beni per 8 milioni di euro. Tra i reati contestati oltre al concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d’asta, con l’aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette. L’inchiesta ha fatto luce su alcuni investimenti dell’organizzazione per la creazione di brand nel settore abbigliamento. Evocativo il marchio Corleone frutto di un investimento congiunto tra il clan, Tony Colombo e Tina Rispoli in un’impresa di abbigliamento. Ammiccava al mondo della criminalità organizzata anche la bevanda energetica 9 mm, come il calibro delle pistole, creata dal sodalizio. Tra le attività del clan, anche il contrabbando di sigarette da paesi dell’est e un’impresa costata al cantante e alla consorte 500mila euro per confezionare pacchetti di bionde con tabacco estero da rivendere in Italia. Le indagini dell’Antimafia riguardano un periodo compreso tra il 2017 e il 2021