mercoledì, Dicembre 18, 2024
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Blitz Napoli Est, 60 arresti tra i clan De Micco/ De Martino

Dal racket delle case popolari, allo smercio di droga, fino alla gestione dei furti l’ultima parola toccava alla camorra.

Blitz Napoli Est, 60 arresti tra i clan De Micco/ De Martino

Un controllo capillare e totalizzante così è stato definito dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri quello esercitato sull’area orientale della città da parte delle famiglie De Micco e De Martino, espressione del più articolato clan Mazzarella, decapitato questa mattina all’alba quando è scattato il blitz delle forze dell’ordine che ha portato a 60 arresti.

Dal racket delle case popolari con tanto di preziario e cifre che oscillano dai 5000 ai 2500 euro, allo smercio di droga, con una riorganizzazione delle piazze divenute itineranti grazie all’impiego di corrieri in motorino, finanche alla gestione dei furti e del così detto cavallo di ritorno, l’ultima parola toccava sempre alla camorra.

Ci sono poi gli omicidi e le contrapposizioni tra gruppi criminali.  L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2022, ha fatto emergere come la famiglia De Martino parzialmente disarticolata dalle numerose inchieste giudiziarie, abbia dovuto in un primo momento accettare un’alleanza di compromesso con il sodalizio De Luca/Bossa per il controllo di Ponticelli.

Tuttavia i numerosi fatti di sangue hanno finito ben presto per incrinare la tregua e determinare l’avvio di una nuova faida tra i due gruppi. Particolarmente rilevante per l’escalation di violenza sia l’agguato nei confronti di Luigi Aulisio, esponente del clan Casella, che i numeri attentati dinamitardi ai danni delle roccaforti di entrambi le famiglie.

Associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, possesso ingiustificato di armi e ordigni esplosivi, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, furto e ricettazione i reati contestati.

Le parole di Gratteri

A commentare le operazioni il numero uno dell’ufficio inquirente di Napoli, Nicola Gratteri (intervista in video allegato).

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