“Ho dato 300 euro al ragazzo che è morto per le esequie.. perché diceva che la famiglia non aveva i soldi…”.
Emergono numerosi collegamenti con episodi criminali ma anche scene di “malavita” quotidiana nelle intercettazioni alla base del blitz effettuato all’alba dai carabinieri e dalla polizia di Napoli. A parlare è Vincenzo Masiello, capo di uno dei tre gruppi sgominati.
INTERCETTATO IL BOSS ARRESTATO VINCENZO MAIELLO
La conversazione – contenuta dell’ordinanza del gip Carla Sarno – risale al 7 marzo 2020, due giorni prima della dei funerali di Ugo Russo, il quindicenne ucciso la notte del 29 febbraio del 2020, nei pressi del borgo di Santa Lucia, mentre con un complice cercava di rapinare l’orologio a un carabiniere. Masiello – scrive il gip – riferisce che era in atto una raccolta di soldi per il ragazzo deceduto e aggiunge anche che, se avesse saputo che la ditta per le esequie era quella di Armando Perrella, si sarebbe proposto di offrirgliele personalmente: l’impresa di Perrella è una società riconducibile alla camorra a cui i carabinieri hanno notificato una interdittiva antimafia.