Domenica 3 luglio, alle 21:15, alle Terme – Stufe di Nerone (Bacoli-NA) prende il via l’undicesima edizione della rassegna TEATROallaDERIVA (il teatro sulla zattera), ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne firma la direzione artistica per il decimo anno.
Ad inaugurare la rassegna estiva ‘Cazzimma&Arraggia’, uno spettacolo di Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto, coaching a cura di Armando Pirozzi. Lo spettacolo vede in scena, sulla zattera, Errico Liguori e Fulvio Sacco.
Due sciarmati sono alle prese con la più epica impresa manageriale e sportiva del XX secolo. Non hanno mezzi, né possibilità, eppure riescono.
1984, Barcellona, ultimo giorno di calciomercato. I due improbabili dirigenti, chiusi da 59 giorni in albergo, attendono da Napoli una telefonata: la conferma che i soldi per Diego Armando Maradona ci sono.
Per trasformare il sogno di una città in gioiosa realtà.
Manifestazione unica in Italia, divenuta appuntamento fisso del territorio flegreo, l’unicità della rassegna risiede nel far esibire gli artisti su una zattera galleggiante sull’acqua, costruita appositamente e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Stufe di Nerone.
Grazie allo scenario suggestivo e alla distanza dal caos cittadino, la nostra zattera ha accolto, nel suo primo decennio di vita, un pubblico appassionato, assai curioso e sempre in crescita, pronto a sorprendersi e farsi catturare dall’abbinamento di tutti gli elementi che rendono unica questa location, nonché tante compagnie e tanti artisti.
«Comincia il secondo decennio di vita della nostra zattera e di ‘Teatro alla Deriva’. Una cosa enorme, a pensarla e dirla ad alta voce, e assolutamente non scontata se si riflette sulla natura indipendente della rassegna e sulla sua particolarità ed unicità. La famiglia Colutta, che gestisce le Terme-Stufe di Nerone, che ospita la manifestazione dal 2012, ha fortemente voluto dare continuità a questo progetto e così noi non ci siamo fermati nemmeno nell’anno del covid, nel 2020. Ora torniamo con il primo cartellone di un nuovo decennio, forti della riconferma avuta lo scorso anno, quando il pubblico ci ha premiati accorrendo numeroso come prima della pandemia.
Ma l’onda lunga di due anni ‘scombinati’, soprattutto per le produzioni indipendenti, che sono il bacino d’elezione della rassegna, si sconta ancora adesso, dato che molti lavori programmati nel 2020 non sono riusciti a debuttare, sono stati rinviati o, in casi sfortunati, addirittura cancellati.
Così, le mie scelte di quest’anno hanno voluto privilegiare spettacoli al debutto o al semi-debutto.
Quello che apre la rassegna, ‘Cazzimma&Arraggia’, è il resoconto semiserio dell’epopea legata all’acquisto di Maradona, il più grande calciatore di tutti i tempi, da parte del Napoli del presidente Ferlaino, raccontata con toni beckettiani ma intrisi di ironia e leggerezza, firmato da una coppia al debutto, Fulvio Sacco e Napoleone Zavatto, con un passaggio anche al Torino Fringe Festival di quest’anno.
Subito dopo un libero adattamento da Pinter, ‘L’Urlo di Jimmy’’, per parlare di dittature striscianti e poteri manipolatori attraverso un uso distorto dei media. Il tutto con un cast di otto interpreti, il numero più alto di sempre sulla zattera, guidati dalla mano esperta di Peppe Miale, già nostro ospite qualche anno fa con un testo di Ruccello.
La terza domenica di luglio debutterà uno di quei lavori programmati nel 2020, ma poi sempre rinviati a causa del covid, ‘Don Giovanni’ di Molière, diretto da Mario Autore (l’Eduardo protagonista del film di Rubini ‘I fratelli De Filippo’), in una messinscena che presenta un bilanciato mix di dramma e farsa, nel tentativo di scandagliare la figura di un fiero illuminista ante litteram, cinico e razionale, piacione e ammiccante.
La rassegna si chiuderà con ‘Fattocchiarìe’, one-man-show a firma di Marco Sgamato, talentuosissimo attore flegreo, che, tra lacrime e risate, e alternando ironia, autoironia, grottesco e invettiva, attraverserà secoli e filosofie per affrontare il rapporto tra sacro e profano, prendendosi gioco di moralità, luoghi comuni sull’omosessualità e aspirazioni varie alla trascendenza.
Come sempre, il tentativo è di offrire un cartellone vario e aperto a più istanze e forme, ma sempre con l’attenzione, da parte mia, di invitare attori di spessore ed indubbia energia».
Giovanni Meola
TEATROallaDERIVA i prossimi spettacoli
Domenica 10 Luglio
Nouveau Théatre De Poche
“L’URLO di JIMMY”
liberamente da | H. Pinter
regia | Peppe Miale
con | Niamh McCann – Flavio D’Andrea – Irene Latronico – Giancarlo Lobasso – Gennaro Madonna – Chiara Malvano – Mario Russo – Laura Zaccaria
Ispirato alla trilogia della violenza di pinteriana memoria, questo lavoro parla della capacità del potere di manipolare la realtà attraverso i media e il conseguente lavaggio del cervello. I personaggi, grottescamente, si sentono immuni dalla dittatura che li ingloba, diversi da quel Jimmy che, del meccanismo visionario e crudo che regola la loro vita, è ribelle e vittima. Risate amare e compassione per uomini deboli. Come tutti noi.
Domenica 17 Luglio
Piccola Città Teatro
“DON GIOVANNI” (del limite e della finzione)
di | Molière
traduzione – adattamento | Antonio Piccolo
regia | Mario Autore
con | Mario Autore – Anna Bocchino – Ettore Nigro – Antonio Piccolo – Federica Pirone
Molière fa di questo Don Giovanni cinico e razionale, che nega l’esistenza di Dio, un fiero illuminista ante litteram. Motivo per portarlo in scena ancora oggi, adattato da una penna contemporanea, tra dramma e farsa ad intrecciarsi senza posa, con una messinscena in cui tutti i ruoli femminili sono interpretati da due sole attrici, il padre viene trasformato in una madre e il regista-musicista è il convitato di pietra.
Domenica 24 Luglio
Componium Teatro
“FATTOCCHIARÌE”
liberamente da | aa. vv.
adattamento – regia – con | Marco Sgamato
Fattocchiarìe, mix di monologhi adattati da autori vari, affronta l’ancestrale tematica di sacro e profano, tra demoni, stregonerie e religiosità dal Medioevo ad oggi. Fin dove ci si può spingere oltre i limiti imposti da Dio? Il tutto in salsa fortemente grottesca, cinica, paradossale, tra lacrime e risate, prendendosi gioco di moralità comune, luoghi comuni sull’omosessualità ed aspirazione alla trascendenza.