Dopo accurati lavori di ristrutturazione e restauro, la monumentale Chiesa di San Potito nei pressi del MANN, è stata restituita ai fasti di un tempo. Oggi è uno straordinario luogo di arte e cultura, a cura dell’associazione culturale e musicale Ad Alta Voce Ets, fondata e presieduta dal maestro Carlo Morelli. Questo lavoro di recupero è stato presentato in conferenza stampa dal delegato arcivescovile Servizio per l’edilizia di Culto e direttore dell’Ufficio Beni Culturali Arcidiocesi di Napoli Padre Giacomo Equestre. Con lui anche il maestro Morelli, l’architetto Daniela Rinaldini e l’amministratore delegato della società Edildovi che ha effettuato il restauro della facciata Giovanni Donzelli. Presente anche il referente stakeholder Region Sud UniCredit Angelo Giovanni Pinto.
LA STORIA DEL RESTAURO DI SAN POTITO
La Chiesa di San Potito viene affidata nel 2017 da Sua Eminenza Cardinale Crescenzio Sepe al maestro Morelli, al quale viene dato il compito di realizzare un progetto di restauro architettonico, strutturale e artistico di uno dei meravigliosi luoghi dell’immenso patrimonio culturale di Napoli. Morelli accetta la sfida, intuendo la potenzialità e la magia di questa chiesa, dove, tra le macerie, subisce il fascino delle opere di Nicolò De Simone, Giacinto Diano, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Pacecco De Rosa e Domenico Mondo.
LABORATORI D’ARTE
Terminati i lavori di ristrutturazione e restauro di cappella, sacrestia e facciata, la Chiesa di San Potito diventa subito fervente centro culturale con corsi di formazioni sull’arte e sull’architettura sacra destinati a giovani studenti che vogliono specializzarsi nella valorizzazione e promozione di beni artistici-sacri; laboratori di teatro e tecnico del suono per detenuti affidati e ragazzi provenienti da contesti socio-economici svantaggiati; un calendario di eventi aperti a cittadini e turisti, come la mostra immersiva di Claude Monet, la mostra immersiva di Vincent van Gogh, il concerto del compositore e musicista statunitense William James Basinski, il concerto di musica barocca con Mariagrazia Schiavo. La Chiesa di San Potito, a cura dell’associazione Ad Alta Voce Ets, ha ospitato, inoltre, eventi solidali per Caritas e Save The Children.
IL CORO DELLA CITTA’ DI NAPOLI
Questo luogo meraviglioso è anche il quartier generale del Coro della Città di Napoli, ideato e diretto dal maestro Morelli. Con 16 voci (soprani, mezzosoprani e tenori) e 7 musicisti, ha creato That’s Napoli Live Show, uno straordinario progetto musicale, che propone coinvolgenti mash up tra grandi classici della canzone napoletana e hit internazionali. Con “Tammurriata Nera” e “Eye of the tiger” dei Survivor, “’O surdato innamorato” e “Roxanne” dei Police, “Comme facette mammeta” e “Hit the road Jack!” di Ray Charles, “’O Sarracino” e “I will survive” di Gloria Gaynor, “Reginella”, “I want to break free” dei Queen e “Dancing Queen” degli Abba, “Luna rossa” e “Mas que nada” di Sergio Mendes. Il prossimo appuntamento con That’s Napoli Live Show, promosso e sostenuto dall’Assessorato al Turismo e alle Attività produttive del Comune di Napoli, è in calendario giovedì 25 aprile, alle 20.00. Ingresso gratuito.
GLI EVENTI IN PROGRAMMA
Sono tatti gli eventi in programma nella Chiesa di San Potito. Il prossimo è martedì 23 aprile, alle 18.00, presentazione del libro “La vicina di Zeffirelli” (De Nigris Editori) di Gaia Zucchi. Venerdì 3 maggio e sabato 4 maggio, alle 20.00, concerto That’s Napoli Live Show. Sabato 11 maggio, alle 18.00, presentazione del libro “Approposito d’amore. Incontri sorprendenti nell’era del dating online” (De Ferrari Editore) di Antonio Tortolano.
L’associazione Ad Alta Voce Ets, che nel 2017, ha ottenuto l’accreditamento dalla Regione Campania per l’erogazione di corsi di Alta Formazione. I corsi consentono lo sviluppo professionale e la crescita culturale dei giovani talenti nell’ambito delle Performing Arts. Ha una forte vocazione sociale, operando anche fuori dalle mura della Chiesa di San Potito con progetti di formazione. Come il corso professionale di tecnico del suono per i detenuti del carcere di S. M. Capua Vetere, in provincia di Caserta, realizzato grazie al contributo di UniCredit, attraverso il Fondo Carta Etica.