venerdì, Novembre 15, 2024
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Clamoroso: Maradona doveva al fisco italiano meno di mille euro

Nuova vittoria dell'avvocato Pisani: "Altro che 40milioni di euro, Diego è stato perseguitato ingiustamente"

La Corte di Giustizia tributaria di secondo grado ha emesso la sentenza che ha dato per la terza volta ragione a Maradona per anni ingiustamente perseguitato dal Fisco. Nel parliamo con Angelo Pisani, l’avvocato e amico di Diego. Ma anche capitano del collegio difensivo del D10S insieme agli avvocati Enrico Carlo Magno, Sergio Pisani, Antonella Sarnataro, Angelo Scala, Pasquale Prisco, Massimiliano Toriello, Massimo Garzilli, Nadia Carrato, Andrea Carrino, Alessio Cittadini.

Avvocato Pisani, ci spiega cosa ha dichiarato la Giustizia Tributaria con quest’ultima sentenza?

“Come avevo promesso a Diego, abbiamo riavvolto il nastro e fatto vincere il bene sul male, con un palese, incontestabile 3 a zero e la vittoria di un innocente, vittima di ingiustizia. Lo avevo detto fin dall’inizio ed oggi quest’altra sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, la terza nel merito della questione Maradona – Fisco-Equitalia, dopo le prime due della suprema Corte di Cassazione ottenute già nel marzo 2021 e poi a gennaio 2023, dimostra inconfutabilmente e senza più possibilità di appello, che Diego Armando Maradona è stato utilizzato e perseguitato ingiustamente anche dal sistema mediatico/politico dell’epoca”.

Proprio come lei aveva già scritto dopo la morte del grande campione nel libro “L’avvocato del D10S”.

“Sì, il nostro Paese, dopo oltre 25 anni, diverse inchieste a suo carico, fino ad esiliarlo da Napoli, oggi riconosce che per le tre annualità Diego doveva al fisco solo l’irrisoria somma di 952 euro. Mentre aveva un credito di 1000, non rimborsabile, da condono. Senza contare le umiliazioni indicibili, il pignoramento di orologio, dell’orecchino e di denaro per milioni di euro, che ora dovranno esser restituiti. E agli incalcolabili danni”.

Quindi andrete avanti?

“Certo, vi sono ancora partite in corso, per i danni ed anche anche per il pagamento delle spese legali. Le leggo un brano dalla sentenze che fa comprendere l’orrore delle torture inflitte a Diego dall’Italia per questo inesistente debito con le tasse. “Alla stregua di quanto accertato nell’odierna sentenza della Corte di Giustizia Tributaria, l’AdE ed Equitalia (oggi Ader), quale adiectus solutionis causa ai fini della riscossione, all’epoca avrebbero avuto  il diritto di procedere a carico di Maradona solo per complessivi euro 951,82 a titolo di imposta – di cui euro 1,03 per il periodo di imposta 1987, euro 950,28 per il periodo di imposta 1998 ed euro 0,51 per il periodo di imposta 1990 – oltre interessi di legge dai singoli periodo di imposta in cui si è verificata la discussa debenza (periodi 1987, 1988 e 1990)”. Capite? 950 euro, non certo i 40 milioni per i quali è stato bersaglio di un’autentica caccia all’uomo!”.

Ora lei può dirsi soddisfatto?

“E’ un’amara vittoria, perché Diego non ha potuto vederla. Ma a fronte dell’ingiusto, umiliante, e abnorme addebito di 40 milioni che ha mortificato la vita di Diego, sono fiero di averlo salvato. E sono orgoglioso di essere stato denunziato da Equitalia, insieme a Diego, per esserci opposti a quelle ingiuste pretese. Prima di essere entrambi ampiamente prosciolti”.

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