Si coccola Raspadori, per il quale ha in mente un futuro da “interno di centrocampo”, ma confessa che “adesso dobbiamo imparare a fare qualche gol in più per evitare infarti in panchina”. Antonio Conte alla fine di Napoli-Atalanta analizza il match con la consueta lucidità ai microfoni di DAZN: “Stiamo lavorando su Jack per inserirlo nel meccanismo – confida l’allenatore -Penso che aggiungere qualità durante partite bloccate può rappresentare per noi un’opzione importante. Sono molto felice per Raspadori anche perché è un ragazzo che si allena in maniera molto seria e professionale, ci puàò dare quella qualità in più per realizzare un gol”.
IL TIMORE DELLA BEFFA
Proprio sul tema si sofferma molto Conte che ha addirittura temuto la beffa: “Arrivare a 10 minuti dalla fine sullo 0-0 dopo aver sbagliato un rigore, preso un palo, avere avuto oltre il 70% di possesso palla, ti fa venire anche qualche preoccupazione. Ma per vincere bisogna trovare il gol, è inevitabile. E questa non è una squadra che ha in rosa giocatori capaci di fare tanti gol. Allora dobbiamo inventarci qualcosa, trovare soluzioni alternative”.
LA PARTITA A SCACCHI CON DI FRANCESCO
Le due panchine hanno giocato un a partita nella partita, con Di Francesco che dopo 20 minuti ha cambiato assetto alla sua squadra. Ma Conte aveva studiato tutte le opzioni e si dice soddisfatto per come il suo Napoli ha affrontato le criticità: “Loro si sono messi in campo bene, ma noi siamo stati bravi anche nella fase di non possesso, riuscendo a controllare Oristanio e Yeboah. Abbiamo lavorato di squadra ed è stato anche bravo Alex Meret sull’unica occasione che hanno avuto. Stiamo crescendo sotto tutti i punti di vista, se riuscissimo a fare qualche gol in più saremmo tutti più tranquilli e avremmo meno attacchi cardiaci in panchina”.
OBIETTIVI MINIMI E MASSIMI
Sul tema degli obiettivi, toccato in conferenza pre gara, ha aggiunto: “Ieri ho risposto a una domanda su di me. Io sono uno che anche se gioca a carte con sua figlia vuole vincere. Chi mi conosce sa che mai firmerei per obiettivi minimi. Ma ognuno di noi sa qual è il progetto, da dove viene e quali sono gli obiettivi del club. Sono due cose che possono sembrare che vadano d’accordo ma al tempo stesso c’è una differenza”.