Corteo “Non una di meno” a Napoli, in 3mila contro la violenza sulle donne
L’hanno chiuso loro l’8 marzo a Napoli.
Con un lungo corteo partito da piazza del Gesù, che si è sciolto in piazza Dante dopo aver attraversato il centro cittadino.
La scena della festa delle donne l’hanno rubata in tutte le piazze italiane le attiviste del movimento “Non una di meno”, che hanno riportato agli anni 70 il Paese dando vita allo sciopero transfemminista.
UNA RIVOLUZIONE CULTURALE
Per l’aborto, contro il patriarcato, per la parità di salario e il reddito di autodeterminazione, i pilastri per dare vita alla rivoluzione a cui puntano le manifestanti.
Il movimento “Non una di meno” punta a una rivoluzione culturale: il sapere e l’educazione fondamentali per una società “libera dalla violenza patriarcale, dal razzismo, dall’abilismo e dal classismo”.
LE PROPOSTE
Tra le proposte ci sono “l’educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole” a cura di persone formate e delle reti femministe e transfemministe. Per le partecipanti, l’8 marzo non è una festa, ma una giornata per protestare contro i soprusi e le violenze, i femminicidi, e l’imposizione della famiglia tradizionale.