La Campania scivola dal giallo all’arancione a cavallo dell’ultimo week end, a causa del peggioramento dei dati epidemiologici dell’ultima settimana. Un passaggio traumatico, che ha provocato numerose proteste in particolare da parte di ristoratori ed esercenti di bar. L’effetto è stato quello della chiusura delle attività che oggi posso soltanto assicurare l’asporto. Accanto al provvedimento, le ulteriori polemiche, riguardano la presenza di folla in strada anche domenica, nonostante il cambio di colore. A dimostrazione del fatto che la voglia di libertà e il clima mite, e in molti casi l’incoscienza (come quello accaduto nel centro storico di Napoli) portano a pericolosi assembramenti. Le forze dell’ordine sabato scorso sono state costrette a transennare via Caracciolo, nulla è stato fatto ad esempio nei Quartieri Spagnoli. E nulla è cambiato con il passaggio dal giallo all’arancione. Anzi, a dimostrazione del fatto che è totalmente inutile colpevolizzare e colpire solo la categoria dei ristoratori, proprio domenica si registra l’ennesima festa in casa, stavolta a Casoria, fermata dai carabinieri che hanno trovato ben 22 persone intente a ballare a cantare in una villa in via Indipendenze.
In campo anche gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno elevato 83 multe tra Napoli e provincia nell’ultimo fine settimana.
Tornando ai dati, tra sabato e domenica l’incidenza della curva è stata stabile, ma sono peggiorati i riscontri dei ricoveri. Le terapie intensive occupate sono passate da 112 a 120, mentre i posti di degenza da 1289 a 1300. Numeri che comunque non rappresentano un allarme considerata l’ampia disponibilità ancora presente negli ospedali campani. Ma evidenziano un trend in preoccupante ascesa.