Non c’è pace per i locali storici, i ristoranti e le pizzerie di Napoli. La zona rossa e le misure stringenti hanno prodotto, per l’ennesima volta nell’ultimo anno di luoghi simbolo della città, amati da turisti e napoletani che oggi a causa della pandemia sono costretti a riabbassare le serrande rischiando un tracollo economico e in casi più gravi anche il fallimento.
A fermare l’attività dopo poche settimane dalla riapertura lo storico caffè Gambrinus e la pizzeria Brandi luogo simbolo dell’enogastronomia partenopea dove si narra sia nata la pizza margherita.
I titolari si sono arresi alla zona rossa finchè la situazione non tornerà a una costante normalità.
Troppa poca gente in strada il che significa pochissimi caffè e pochissime pizze vendute a fronte di spese altissime di gestione di locali e dipendenti.
Il Gambrinus nelle prossime settimane proverà a rimanere attivo con le vendite on line. “Non c’è più nessuno, la città è vuota, spettrale. Siamo in guerra…” dice Massimiliano Rosati, uno dei soci del Gambrinus. “Aspettiamo con fiducia le successive tappe della campagna vaccinale, vogliamo riaprire appena ci saranno le condizioni”.
“Viviamo anche in un contesto che diventa sempre più pericoloso: oltre ai raid e ai furti ai negozi di Via Toledo si registrano tanti piccoli episodi di microcriminalità”.
Stop temporaneo anche per la storica pizzeria Brandi. Non basta l’asporto e il delivery per un’attività dalle caratteristiche peculiari: “Avevamo 27 dipendenti, ora si sono ridotti di numero. I costi non ci permettono, ora, di andare avanti.
Già con la cosiddetta zona gialla si viaggiava su livelli di ‘semisopravvivenza”; ora è propria dura”.