Crollo vela di Scampia, l’inchiesta a un anno dalla tragedia
Un anno dopo il crollo della Vela Celeste di Scampia che uccise tre persone, ferendone undici, di cui sette bambini lo scenario investigativo è completamente cambiato e il cerchio si è ristretto: da nove a sei indagati. Le accuse, coordinate dai pm Manuela Persico e Mario Canale, sono pesantissime: omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni gravissime. I sei indagati, tutti dirigenti dei servizi Patrimonio e Politiche per la Casa, sono chiamati a rispondere di anni di inerzia istituzionale, di mancata manutenzione e soprattutto della decisione che ha lasciato famiglie intere vivere in una struttura definita inagibile già dieci anni prima.
Infatti, l’inchiesta è stata divisa in due tronconi: la prima riguarda il crollo materiale, il ballatoio al terzo piano era malridotto, corrosione estesa e giunti rotti. La seconda è ancora più inquietante: il mancato sgombero delle famiglie. Nel 2015, la giunta De Magistris firmò un’ordinanza per evacuare la Vela Celeste. È rimasta nei cassetti. Gli uffici competenti, ora sotto inchiesta, non mossero un dito. Quelle firme oggi pesano come lapidi. Un foglio di carta che avrebbe dovuto salvare vite, finito in un cassetto come mille altri, sepolto dal silenzio degli uffici, dall’omertà e dal menefreghismo istituzionale. Nessuno ha voluto prendersi la responsabilità di alzare la voce, nessuno ha osato applicare l’atto più semplice: far evacuare un palazzo che tutti sapevano pericoloso. Il risultato è nelle foto di quella sera: corpi, macerie, urla nel buio.
Oggi in Consiglio Comunale ricordate le tre vittime dall’Assessora Laura Lieto che sottolinea: (Intervista nel video allegato).