mercoledì, Novembre 27, 2024
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Cybertruffe per ottenere finanziamenti, sgominata banda falsi carabinieri

La sofisticata truffa si basava sull'invio di email falsificate attraverso le quali provenivano i dati dei documenti di identità

Il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia Romagna ha denunciato un gruppo di persone pregiudicate tutte di origini partenopee. E residenti nella zona di Castelfranco Emilia e Afragola. Questo sodalizio criminale è stato ritenuto responsabile di aver ottenuto i dati anagrafici di numerosi cittadini residenti in Italia, simulando di essere membri degli uffici investigativi dell’Arma dei Carabinieri di Parma e Torino.

ACQUISIVANO DATI SENSIBILI IN COMUNE PER RICHIEDERE FINANZIAMENTI

La sofisticata truffa si basava sull’invio di email falsificate, attraverso le quali provenivano i dati dei documenti di identità. Successivamente, venivano avviate richieste di finanziamento presso società italiane del settore. Il denaro ottenuto veniva quindi trasferito su conti correnti aperti nel Regno Unito e successivamente reindirizzato in Italia verso i conti finanziari del gruppo criminale.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna e dal Servizio Polizia Postale, sono state avviate nel 2020, dopo che l’Ufficio di Stato Civile del Comune di Bologna ha segnalato al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica alcune email sospette che sembravano provenire dai Comandi dell’Arma di Parma e Torino.

IL DENARO OTTENUTO ERA TRASFERITO IN GB E POI IN ITALIA

Gli investigatori hanno condotto un meticoloso lavoro di analisi dei dati informatici relativi alle connessioni effettuate sui server che ospitavano le caselle di posta elettronica. Nonostante gli account fossero intestati a prestanome, sono stati in grado di individuare le vere utenze telefoniche dei cyber criminali.

La collaborazione con gli istituti finanziari del Regno Unito ha consentito di analizzare i flussi di denaro che erano dirottati verso i conti bancari degli indagati. Questa collaborazione ha fornito un importante contributo all’inchiesta.

Le perquisizioni domiciliari, già effettuate nei confronti dei membri del gruppo criminale, hanno fornito ulteriori prove tangibili per supportare l’accusa.

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