Dal 1° gennaio al 19 maggio 2021 sono state 26 le vittime sul luogo di lavoro: 9 soltanto nel mese di gennaio. Lo stesso numero delle vittime registrate in agricoltura, una in meno di quelle registrate in edilizia (10). Le altre vittime nel settore dei servizi pubblici e privati (4), nei trasporti (2), nei servizi (1), nelle forze dell’ordine (1). Una vera e propria strage, se si pensa che nello stesso periodo dello scorso anno, le vittime furono 13.
Si allarga anche la fascia d’età, arrivando addirittura sopra gli 80 anni, come nel caso dell’incidente occorso ad un agricoltore di 83 anni di Solofra, in provincia di Avellino, morto schiacciato sotto il trattore. Si muore soprattutto nella fascia d’età tra i 51 e i 60 anni (9 vittime) e nella fascia 61/70 (8 vittime). Quattro le vittime tra i 41 e i 50 anni, tre in quella 30/40 anni e una nella fascia 71/80 anni. Tra le vittime, anche una donna di 50 anni, morta in un incidente stradale mentre a bordo del suo furgone in provincia di Caserta.
“Diciamo basta ai morti sul lavoro, chiediamo al Governo di mettere in campo strumenti ed azioni concrete per fermare questa strage” dicono le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Campania presentando la giornata di mobilitazione in programma mercoledì 26 maggio 2021, dalle 10:00 alle 12:30 in piazza Plebiscito a Napoli, nei pressi della Prefettura. A Napoli la manifestazione, che avrà carattere regionale, vedrà la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, dei delegati e delle delegate provenienti dai territori.
In piazza, ci sarà un flash mob durante il quale verranno letti i nomi e le storie delle vittime in Campania, con la testimonianza dei familiari, mentre su un tappeto verde di 3 metri per 2, contornato da caschetti e rose rosse verranno affisse le foto dei 10 morti in edilizia. Quella di Napoli sarà una delle sei piazze scelte dai tre sindacati di categoria (Alessandria, Ancona, Bergamo, Palermo e Roma) nelle quali ci saranno presidi e sit-in unitari.
Tra le principali richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali l’attuazione della patente a punti, strumento importante per la selezione e la qualificazione delle imprese, premiando le aziende che dimostrino di essere regolari e sicure; l’emanazione del decreto attuativo del Durc di Congruità (documento unico di regolarità contributiva) come indicato dalle parti sociali dell’edilizia; l’incremento dell’organico preposto alla vigilanza e alla tutela nei cantieri; l’aumento dei controlli nei luoghi di lavoro; più azioni di contrasto al lavoro irregolare e nero; il rafforzamento delle sanzioni in materia di sicurezza sul lavoro, del ruolo degli Rlst di settore e dei tecnici per la sicurezza impegnati negli Enti paritetici; il riconoscimento della condizione di “lavoro usurante” per il pensionamento degli edili e relativa uscita anticipata dal mondo del lavoro con 30 anni di contributi; l’applicazione del contratto edile a tutti i lavoratori impiegati in cantiere per assicurare uguali prestazioni ed uguali diritti e contrastare il dumping secondo il principio “stesso lavoro, stesso contratto”; il rafforzamento della prevenzione attraverso maggiore formazione; una collaborazione più stringente con il sistema della bilateralità edile. In merito al Codice degli appalti, respingiamo ogni tentativo di destrutturazione delle regole e delle tutele. No alla liberalizzazione del subappalto, che favorirebbe il dumping contrattuale e ridurrebbe le tutele e le procedure poste oggi a garanzia della legalità e della trasparenza. Vaccinazioni per tutti i lavoratori della filiera, i lavoratori in appalto, subappalto e somministrazione, garantite dalle imprese affidatarie o committenti. Sul rischio amianto chiediamo il rafforzamento della prevenzione, attraverso maggiore e diffusa informazione, sensibilizzazione e formazione. Un’adeguata sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti all’amianto e finanziamenti certi per la ricerca per la cura delle malattie dovute all’amianto; formazione adeguata, anche attraverso il sistema degli Enti bilaterali di settore, dei lavoratori di imprese non specializzate per la rimozione dell’amianto.