venerdì, Maggio 3, 2024
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Da vigili a membri dello staff, De Luca condannato da Corte dei Conti

Dovrà risarcire 100mila euro allo Stato il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. La condanna in via definitiva è stata inflitta in appello dalla I Sezione giurisdizionale centrale d’Appello della Corte dei Conti. Il danno erariale riguarda la vicenda della illegittima nomina a dirigenti responsabili della sua segreteria di quattro vigili urbani. I quattro erano in servizio presso il Comune di Salerno e svolgevano mansioni di autista.

LA VICENDA

In un primo momento gli agenti di Polizia Municipale vennero distaccati in posizione di “comando” presso la Regione Campania per svolgere le mansioni di autista di De Luca. Successivamente, però, sono stati contrattualizzati come “responsabili di segreteria” nell’ufficio di diretta collaborazione della Presidenza della Giunta Regionale. In quella veste venne loro corrisposta una indennità dirigenziale continuando, secondo quanto poi emerso dagli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, a svolgere esclusivamente le mansioni di autista. La sentenza di secondo grado ha riformato il giudizio di primo grado che si era concluso con la condanna del governatore della Campania alla corresponsione di un danno erariale stimato in 59 mila euro. Le indagini della Guardia di Finanza di Napoli sono state coordinate dalla Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti (pubblici ministeri Davide Vitale e Raffaele Faienza).

“NON DOLO MA COLPA GRAVE”

Nella sentenza si legge che “Deve ritenersi che, contrariamente a quanto affermato con la sentenza impugnata, la condotta serbata nella vicenda di cui è causa dal Presidente De Luca non sia connotata da dolo, bensì da mera colpa grave”.  Il governatore della Campania ha sostenuto insieme con i suoi avvocati di ritenere “più funzionale e appropriato”, per le sue esigenze, una segreteria “mobile” maggiormente rispondente “all’impostazione dinamica impressa alla sua attività”. E quindi “facendosi coadiuvare da soggetti di propria fiducia, cui erano affidate, in via congiunta ed esclusiva, sia mansioni di responsabilità che meramente organizzative della propria agenda, nonché di ‘filtro’ nelle comunicazioni con altri soggetti”.

 

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