venerdì, Novembre 15, 2024
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Dalì incontra Hitchcock, a Napoli la mostra “Spellbound: Scenografia di un Sogno”

Pasqua a Napoli con Dalì ed Hitchcock. The Dalì Universe ha scelto infatti la città partenopea e l’avvio della stagione turistica per l’anteprima mondiale di SPELLBOUND: Scenografia di un Sogno, la mostra a cura di Beniamino Levi dedicata a Salvador Dalì ed Alfred Hitchcock, in esposizione presso la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta dal 14 aprile fino al 30 settembre 2022.

La mostra è stata presentata da Beniamino Levi e dal direttore artistico Roberto Pantè questa mattina nel corso di una conferenza stampa coordinata dalla presentatrice Veronica Maya alla presenza dell’assessore regionale al Turismo Felice Casucci, del Rettore della Pietrasanta mons. Vincenzo De Gregorio, del direttore del Polo Culturale Pietrasanta Onlus Raffaele Iovine e del direttore del MANN Paolo Giulierini.

Il progetto di The Dalì Universe presenta per la prima volta in Europa la scenografia realizzata dal Maestro del Surrealismo per il film del Maestro del Brivido: Spellbound (in italiano  “Io Ti Salverò”) .

Un progetto immersivo che unisce cinema, arte e musica, mettendo in comunicazione l’arte surrealista del genio catalano e le impressioni del cinema thriller

La “premiere” napoletana dell’evento darà il via a un tour espositivo mondiale. Si tratta dell’unica esposizione programmata in Europa per lo Spellbound che dopo l’Italia volerà a Seul e poi a New York.

La mostra, patrocinata dal Comune di Napoli, si compone di un corpus di oltre cento opere originali di Dalì, valorizzate dalla dimensione cinematografica hitchcockiana e da originali effetti sonori e multimediali.

L’ESPOSIZIONE

Paranoia, perdita della memoria, fase onirica, psicoanalisi e recupero della memoria, sono i temi centrali attorno ai quali si snoderà un percorso espositivo estremamente intimistico ed emozionale.

Una narrativa con un taglio cinematografico e multisensoriale ad alto impatto, e una sceneggiatura che vuole toccare le corde più intime del pubblico.

La collezione di opere originali esposte in “Spellbound: Scenografia di un Sogno” si compone di sculture in bronzo, opere in vetro Daum, grafiche, libri illustrati, tarocchi daliniani, oggetti di design e arredi surrealisti dal valore inestimabile. Lavori simbolici, che ripercorrono l’iconografia surrealista, alcune di esse mai esposte prima in Italia.

Incontriamo un Salvador Dalì artista poliedrico: pittore, scultore, designer, illustratore e anche scenografo.

Il percorso culmina con l’esposizione dello Spellbound, dipinto maestoso e monumentale, scenografia creata nel 1945 da Salvador Dalì per l’omonimo film di Alfred Hitchcock.

“Il grande regista era colpito dalla visione onirica del Maestro catalano e si rivolse a lui per rappresentare la fase centrale che ruotava intorno alla scena del sogno – ha spiegato il direttore artistico Roberto Pantè nel corso della conferenza stampa di presentazione – Per farlo voleva linee diverse dal solito, non scene opache e tremolanti ma tratti decisi e nitidi, quasi realistici. Secondo Hitchcock solo un visionario, un artista pervaso da paranoie critiche come Dalì, poteva essere in grado di immaginare la scenografia ideale. Da qui nasce questa opera di trenta metri, che viene esposta per la prima volta in Europa. Un’opera che rappresenta un pezzo di storia del cinema su cui i primi occhi a posarsi sono stati quelli di Dalì, di Hitchcock e di Ingrid Bergman e Gregory Peck che erano gli attori protagonisti del film che fu premiato con un Oscar e che ricevette diverse nomination”.

Allo spettatore sembrerà di trovarsi all’interno della mitica scena del film: occhi che spuntano dalle pareti e dai tendaggi, uomini senza volto e oggetti

dai bordi contorti. Il capolavoro di Dalì sarà avvalorato da una scenografia corredata da proiezioni e dalla colonna sonora premio Oscar del compositore Miklos Rosza.

Un’atmosfera onirica pervaderà l’intero percorso espositivo: nessuno come Dalì è mai riuscito a rappresentare così bene i contenuti dell’inconscio: il surrealismo del genio catalano porta in scena, senza filtri o censure, il flusso di coscienza, direttamente dal magma caotico che popola i sogni.

Location dell’eccezione, la Basilica Seicentesca di Santa Maria Maggiore, unicum napoletano, nasconde storie e reperti del periodo greco-romano, ma anche, nei suoi sotterranei, rifugi antiaereo della Seconda Guerra Mondiale. All’esterno, la monumentale scultura di Dalì “La Persistenza della Memoria”, dialogherà con la Pietrasanta, proprio nel cuore pulsante del centro storico di Napoli,

Lungo le sue navate, tra contrasti di luce e ombra, le opere daliniane acquistano una nuova profondità espressiva e un valore storico ineguagliabile.

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