lunedì, Dicembre 23, 2024
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De Laurentiis, ancora veleno su Spalletti e Garcia. Rivolta a Bari

Quando parla fa quasi sempre del male a se stesso. Quando interviene sulle questioni che riguardano il Napoli, gli effetti collaterali sono devastanti. Aurelio De Laurentiis si muove come un elefante in una cristalleria. Sia che si tratti d commentare le partite, che di partecipare alle riunioni di Lega. Quando argomento del gioco della squadra, quando rivela i retroscena sugli allenatori o lancia accuse contro il governo del calcio. Non gli fate parlare poi dei diritti televisivi che diventa una furia.

Nell’ultimo happening a Castel Volturno, con finale alla pasta e patate, il presidente del club ha parlato per due ore. Ha dovuto anche incassare le critiche di alcuni giornalisti, rispetto al suo carattere e alla sua modalità poco presidenziale. Mancanza di eleganza, arroganza, tutti tratti ormai arcinoti che fino a oggi erano derubricati come “folklore”, ma che adesso nel disastro della stagione attuale diventano inaccettabili.

L’addio di Spalletti proprio non gli va giù. Ma non dice la verità sulle parole dell’ex allenatore alla famosa cena. Così come non racconta con con trasparenza i motivi reali per i quali dopo l’uscita dalla Champions mandò la famosa Pec per esercitare l’opzione della conferma del tecnico. Senza premesse, senza mai averne discusso, senza parlarne prima. Ufficialmente per dimostragli una “vicinanza” nonostante la sconfitta col Milan. Ma visto l’effetto che ha avuto, una sorta di pugno nello stomaco di chi ha resistito a Napoli solo perché vedeva un traguardo ambizioso avvicinarsi. E poi non ha atteso un solo attimo per scappare via. Aveva già una alternativa? La Nazionale l’aveva già chiamato? Anche questo veleno ha instillato De Laurentiis, gratuitamente.

Ma il capolavoro è stato quello di aver definito “seconda squadra del gruppo” il Bari. Portata dalla D a un passo dalla A. Che ha scatenato reazioni violente nel capoluogo pugliese. E che ha spinto il figlio Luigi, presidente del club biancorosso, a prendere le distanze dal padre. E De Laurentiis senjor a dover fare 3 tweet chiarificatori. Insomma, un bel tacer non fu mai scritto, e quando la questione riguarda De Laurentiis più che un proverbio è una regola d’oro.

 

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