mercoledì, Dicembre 4, 2024
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Dolore e rabbia ai funerali di Sara e Aurora, morte nell’esplosione a Marigliano

Le due gemelle di 26 anni sono morte nell'esplosione avvenuta, lo scorso 18 novembre, in una fabbrica abusiva di fuochi d'artificio ad Ercolano

Dolore e rabbia nel giorno dei funerali e del lutto cittadino a Marigliano, in occasione dell’ultimo saluto a Sara e Aurora Esposito. Le due gemelle di 26 anni sono morte nell’esplosione avvenuta, lo scorso 18 novembre, in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad Ercolano. Nell’esplosione, oltre a Sara ed Aurora, ha perso la Samuel Tafciu, 18enne residente nel quartiere Ponticelli di Napoli, i cui funerali si sono svolti già ad Aversa, dove vivono i genitori della giovane vittima.

Le salme sono giunte nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Marigliano per l’ultimo saluto della comunità. Il sindaco Giuseppe Jossa, per l’occasione ha proclamato il lutto cittadino e disposto la sospensione delle attività commerciali per la durata del rito funebre. Il legale della famiglia Esposito, l’avvocato Angelo Milone, ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiedendo che la tragedia “diventi un simbolo di riflessione e di impegno” per combattere lo sfruttamento sul lavoro, il caporalato e il mercato illegale dei fuochi d’artificio.

“Sara e Aurora non sono vittime di un destino crudele, ma di un sistema che consente il proliferare di queste illegalità – scrive Melone – questa tragedia deve scuotere le coscienze e spingere le istituzioni a intervenire con decisione per evitare che simili eventi possano ripetersi”. “In qualità di massima carica dello Stato e garante della Costituzione – aggiunge il legale nella lettera a Mattarella – le chiedo di farsi portavoce di questa denuncia sociale. La Sua autorevole voce può scuotere le coscienze, sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere la politica a intervenire con determinazione su queste problematiche. Non possiamo più accettare che in Italia si continui a morire a causa di un lavoro che dovrebbe essere, invece, fonte di vita e dignità. La famiglia Esposito chiede giustizia, ma anche un cambiamento concreto affinché nessun’altra famiglia debba vivere un dolore simile”.

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