domenica, Settembre 8, 2024
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Faida di Scampia, arresto capoclan Raffaele Amato

Faida di Scampia, arresto capoclan Raffaele Amato

Il 25 settembre 2007 Salvatore Ferrara, 22 anni, veniva ucciso a colpi di pistola nel Rione Berlingeri. A poca distanza, ad Arzano, nello stesso giorno ad essere freddato Luigi Magnetti.  Il 9 febbraio 2008 a cadere sotto il fuoco dei sicari è Carmine Fusco, 32 anni. Tutti omicidi inquadrati all’interno della seconda faida di Scampia e per il cui concorso, a 16 anni di distanza, è stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere Raffaele Amato, reggente del così detto clan degli Scissionisti.

Lo Spagnolo, com’è anche noto Amato, inoltre, dovrà rispondere anche del ferimento di Ugo de Lucia, killer dei Di Lauro ed uno dei carnefici di Gelsomina Verde, e di Antonio Caldieri, nonché di detenzione e porto illegale di armi il tutto aggravato dal metodo mafioso.

PRIMO ARRESTO DI AMATO NEL 2005

In carcere dal 2009, Amato è considerato uno dei boss più sanguinari e potenti del territorio campano. La sua volontà di contrapporsi alla famiglia dei Di Lauro precipitò il quartiere dell’area nord di Napoli in violentissime guerre di camorra, che lasciarono per strada centinaia di cadaveri. Fu arrestato per la prima volta nel 2005 all’uscita di un casinò di Barcellona, ma il soggiorno in carcere fu breve, poiché scaduti i termini di custodia cautelare. Lo Spagnolo però non uscì mai dai radar della squadra narcotici della Mobile napoletana, che continuò a monitoralo.

Nelle nostre immagini inedite, l’appuntamento all’esterno dell’hotel “Mirasierra” di Madrid, quando Lello Amato incontra alcuni elementi di spicco dello spaccio internazionale, tra cui anche il broker della cocaina Raffale Imperiale. Altro nome di peso della criminalità napoletana. Imperiale, infatti, fu l’uomo che garantì agli “Amato-Pagano” un rifornimento costante di droga e di armi da usare nel conflitto contro i Di lauro. La latitanza del boss degli scissionisti terminò definitivamente nel 2009, quando finì nuovamente in manette. Anche Lello Ferrarelle, soprannome del boss nato a Castellammare, è stato arrestato ed attualmente è collaboratore di giustizia.

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