Alberghi pieni ad agosto al mare e in montagna ma la crisi non è finita. Nel primo semestre
dell’anno, infatti, si è registrato un meno 8,3 per cento del fatturato nei servizi ricettivi
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Lo afferma Federalberghi che, citando i risultato dell’ultima indagine Istat sulle entrate
turistiche e, mettendo a confronto i dati sulle presenze nelle strutture ricettive, conferma
che la strada per la ripresa è ancora in salita.
Secondo la federazione guidata da Bernabò Bocca, nei primi sei mesi del 2021 il calo di
presenze turistiche è del 67,3 per cento con una perdita di oltre 115 milioni di
pernottamenti rispetto allo scorso anno.
Inoltre, considerando che in un anno normale le presenze turistiche registrate da gennaio
a giugno valgono circa il 40% del movimento complessivo, significa che è andato in fumo
oltre il 25% del fatturato annuo.
A soffrire di più – fa sapere Federalberghi – sono le aziende e i territori che lavorano in
prevalenza con i turisti stranieri e con il turismo d’affari e, per agganciare una vera
ripartenza, occorre continuare a supportare le imprese, attenuando l’impatto dei costi di
gestione degli immobili.
In Campania a far segnare rosso nei bilanci di fine estate è il turismo internazionale e in
particolare quello inglese e americano, sottoposto agli obblighi di quarantena, e quindi
meno appetibile rispetto ad alcune regioni europee competitor dell’Italia che non hanno
applicato la misura restrittiva in ingresso nel nostro paese.
Buone però le prospettive di ripresa, già dai primi giorni di settembre, con la cessazione
della quarantena per chi sbarca dall’Inghilterra.