Festa scudetto con Geolier e Liberato, ecco perché si vince così
I giocatori in campo sono tutti nati dopo gli anni Novanta. Le maglie azzurre che hanno dominato il campionato appartengono al futuro.
Così la festa, nelle intenzione dell’istrionico presidente-mattatore, Aurelio DE Laurentiis, è un tuffo nel futuro. I led sulla pista di atletica hanno dettato i tempi di una festa avveniristica. Davvero da ricordare. e senza far trascorrere altri trentatre anni.
Una lezione che arriva dal calcio e dalla grande tradizione popolare, fatta di palloni di cuoio, di campi di periferia, di sacrifici di padri e figli per una partita della domenica che vale un sogno.
FESTA DI LED E DI FUTURO PER CELEBRARE UNA SQUADRA GIOVANE CON I SUOI TIFOSI
Domenica, grazie al presidente che viene dal cinema, la festa è stata la celebrazione del sogno. E i protagonisti sono arrivati dal presente. Due per tutti, Geolier, il rapper napoletano da milioni di fan. E l’inarrivabile Liberato. Un mito che riempie già gli stadi di mezza Europa e che ha incantato ieri i fortunati 50mila del Maradona e chi ha seguito da casa la lunga diretta televisiva dedicata al dopo Napoli-FIorentina.
Si, certo, c’era anche Edoardo Bennato. Ma poche strofe per legare la Napoli degli anni Ottanta, quando arrivo il Dio del Calcio in terra partenopea, e Geolier e Liberato. Il terzo scudetto è loro. E dei giovani tifosi che gioivano e piangevano sugli spalti e per strada.