venerdì, Novembre 15, 2024
HomeAttualitàFestival carne di cane in Cina, orrore e protesta a Napoli

Festival carne di cane in Cina, orrore e protesta a Napoli

Migliaia di cani, ma anche di gatti, vengono prima squagliati e poi bolliti per mangiarli durante il festival che si tiene a Yulin in Cina

Migliaia di cani, ma anche di gatti, vengono prima squagliati e poi bolliti per mangiarli. Accade ogni anno a Yulin in Cina, dal 21 al 30 giugno, in occasione del festival della carne di cane. Anche Napoli dice no a questa vera e propria barbarie con un corteo che si è tenuto nel centro cittadino con partenza da piazza Garibaldi.

CORTEO DI PROTESTA PER DIRE NO ALLA MANIFESTAZIONE CINESE

Stefania Caiafa, presidente del Meta (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente) di Milano spiega il senso della manifestazione per chiedere lo stop della rassegna che si tiene da sei anni in Cina. “Vogliamo che non accada mai più. Ho deciso oggi di manifestare qui a Napoli perché so che la città è piena di cani e gatti che sono amati e trattati con grande attenzione dai partenopei. Per questo ho deciso di sensibilizzare Napoli su questo che accade in Cina nella città di Yulin”.

STEFANIA CAIAFA PRESIDENTE DI META

“Nel periodo di avvicinamento al festival – spiega Caiafa – sappiamo che migliaia di cani vengono anche rapiti da case private per diventare cibo. In Cina ci sono tanti attivisti che protestano e anche noi siamo in prima linea a chiedere di fermare questa rassegna. In questi anni abbiamo anche provato a contattare l’ambasciata cinese con petizioni e richieste di fermare la rassegna ma non abbiamo mai avuto una risposta”.

L’attivista sottolinea infine come in Cina venga usata pelliccia di cani per oggetti venduti anche in Italia: “Ci sono tanti negozi asiatici in Europa – spiega – dove si vendono capi con inserti del pelo di cane e di gatto, o piccole pellicce di cane, tutto vietato in Italia. Andiamo sempre nei negozi a controllare le etichette e spesso chiamiamo la polizia. Lo scorso anno un negozio a Milano è stato chiuso per questo”.

Skip to content