Le mani della camorra sul centro storico di Napoli: a raccontarlo è stato Genny la Carogna, il capo ultrà finito in prima pagina dopo la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito e poi diventato collaboratore di giustizia.
Le sue dichiarazioni prima, e una serie di intercettazioni poi questa mattina hanno fatto scattare il sequestro della società che gestisce l’antica pizzeria “dal presidente”, ritenuta dagli inquirenti, un’attività contigua al clan Contini: le indagini del Gico hanno portato anche all’arresto di 5 persone, di cui 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, tra cui figura anche il nome di Guido Albano poliziotto, oggi in servizio alla stradale di Avellino. Gli altri finiti in manette sono, Deborah Capasso, Vincenzo Capozzoli, Massimiliano Di Caprio e Giulia Nappo, accusati a vario titolo di trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare la camorra.
Nello specifico, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, l’attività sarebbe stata acquistata con i soldi e sotto l’egida di un esponente del sodalizio criminale, Vincenzo Capozzoli. Alla famiglia malavitosa, poi, sarebbe stata destinata una parte dei relativi proventi, anche dopo l’arresto dell’uomo per spaccio. A gestire la società era quindi, di fatto il cognato, anche lui con numerosi precedenti.
Le indagini, che si sono avvalse anche dell’analisi dei social e di intercettazioni, avrebbero consentito di appurare anche la fittizia intestazione di un’impresa di servizi turistici, il cui precedente titolare sarebbe stato costretto a dismettere con minacce, percosse e intimidazioni, e di sette immobili di pregio siti nel capoluogo partenopeo.
Il valore dei beni sequestrati oggi dai finanzieri ammonta a circa 3,5 milioni di euro.
Un episodio che imbarazza il magistrato Catello Maresca, che scelse proprio la pizzeria per far partire il suo tour elettorale in occasione delle ultime elezioni amministrative.