venerdì, Febbraio 28, 2025
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“Freedom”: a Nisida il murale fatto da studenti e detenuti

“Freedom”, il murales presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida

Due gabbiani che si librano in volo, il mare, un fiore e una grande scritta blu che diventa al contempo promessa e speranza: “Freedom”. Un’opera d’arte che colora le mura dell’Istituto Penale Minorile di Nisida grazie all’opera dei suoi ospiti e di un gruppo di studenti della Scuola Pontificia Pio IX di Roma, giunti a Napoli dalla Capitale. 

Arte senza confini

Una sinergia, quella tra le due realtà che hanno collaborato attivamente per la realizzazione del murale, instaurata nell’ambito del progetto “Arte senza Confini”, promosso dall’Associazione Operazione Cuore e dall’Associazione Fratelli Emanuela Francesconi Onlus. Un’attività di sensibilizzazione inquadrata in una serie di operazioni più ampie, che ha già portato alla realizzazione di altri tre progetti simili.

L’iniziativa si è avvalsa della preziosa collaborazione di Giuseppina Canonico, funzionario della professionalità pedagogica dell’Istituto Penale Minorile è la quarta messa in campo” dall’Associazione Operazione Cuore all’interno delle carceri“, spiega Laura Romeo, presidente di questa realtà capofila dell’attività.

“Un ponte tra mondi diversi”

L’arte, in questo contesto – ha aggiunto la presidente Romeo –  diventa un ponte tra mondi diversi, un simbolo di speranza e cambiamento. Un’opportunità per i giovani detenuti di Nisida di lasciare un segno positivo, e per gli studenti, accompagnati dal direttore fratel Andrea Bonfanti e dal professore Simone Nieddu, di vivere un’esperienza formativa profonda e trasformativa“.

Una linea che colleghi il mondo carcerario e la società civile, questo lo scopo dell’iniziativa. Un percorso che dia la possibilità ai detenuti, soprattutto quelli più giovani, di produrre un’azione positiva, nella speranza che l’esperienza si trasformi in un’occasione di crescita e di consapevolezza, nell’ambito di un’attività dall’alta valenza formativa.

Il murale

La scritta “Freedom” campeggia di fianco al disegno, realizzato sul muro perimetrale del campo di calcetto dell’Istituto. Dietro i gabbiani sopraccitati, l’azzuro del mare e l’Isola di Nisida, insieme alle firme degli autori dell’opera.

A guidare il gruppo di giovani artisti, Trisha Palma, affermata street artist, da anni impegnata nell’organizzazione di attività per bambini e ragazzi.

Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta”, scriveva Vasilij Kandinskij. Un insegnamento che la street artist partenopea ha fatto proprio. La stessa arte di strada da sempre impegnata a coordinare il lavoro degli studenti e degli ospiti dell’Istituto.

Basti pensare ai progetti di organizzazione di campus d’arte in Palestina, a Betlemme e Gerusalemme per capire il ponte tra arte e impegno sociale.

Lo scopo

L’obiettivo di queste iniziative è di creare un ponte tra il mondo carcerario e la società civile, individuando simboli di crescita e di speranza. Il modo migliore trovato sta proprio nelle realizzazioni artistiche cui i giovani reclusi danno vita.

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