La Guardia di Finanza di Caserta ha effettuato sequestro di beni e liquidità finanziarie per oltre 112 milioni di euro a carico di sette persone e cinque società operanti nel settore petrolifero. Tra le società coinvolte la Penta Petroli di Vincenzo Salzillo, sede legale a Milano e operativa a Marcianise (Caserta), che vende carburante in tutta Italia attraverso una rete di 300 distributori con il marchio Ewa.
Più volte in passato la società di Salzillo è finita nel mirino della magistratura, anche per presunti legami con la camorra. Questa volta i collegamenti con i clan non sono emersi, ma l’indagine coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni) ha svelato una maxi-frode all’Iva, cosiddetta “frode carosello”, di cui la Penta Petroli era una delle società beneficiarie (altre hanno sedi a Milano e Salerno), realizzata con un modus operandi ormai noto.
Più volte in passato la società di Salzillo è finita nel mirino della magistratura, anche per presunti legami con la camorra. Questa volta i collegamenti con i clan non sono emersi, ma l’indagine coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni) ha svelato una maxi-frode all’Iva, cosiddetta “frode carosello”, di cui la Penta Petroli era una delle società beneficiarie (altre hanno sedi a Milano e Salerno), realizzata con un modus operandi ormai noto.
ANCORA INDEFINITO IL NUMERO DEGLI INDAGATI
Sono numerosi le indagini di questi tipo portate avanti nel Casertano e nel vicino Napoletano, ma comunque difficile da ricostruire, vista l’enorme mole di documentazione falsa, soprattutto fatture per oltre 200 milioni di euro, che corredano la frode. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta hanno accertato l’esistenza di diverse società cartiere, esistenti cioè solo su carta, intestate a persone anche precedenti per reati fiscali e prive di strutture organizzative e operative, che si interpongono nell’acquisto all’estero di carburanti, ponendosi falsamente, tramite false attestazioni, come esportatori abituali, e dunque legittimati ad acquistare prodotti petroliferi in esenzione di Iva. Attraverso la frode, hanno calcolato gli inquirenti, sono stati messi in commercio in tre anni tra il 2018 e il 2021 oltre 600 milioni di litri di gasolio e benzina per autotrazione con l’evasione dell’Iva di 112 milioni di euro.