Frodi tecnologiche contro diritto d’autore, multe per 6.000 utenti
Sono più di 6000 gli utenti identificati che avrebbero fatto accesso a 46 siti web che violavano il diritto d’autore. Le indagini condotte dall’ufficio di procura – sezione III Criminalità economica- hanno permesso di scoprire che il promotore dell’associazione a delinquere commercializzava anche materiale pedopornografico.
Sono tre le 3 complessivamente le persone destinatarie di un’ordinanza di misura cautelare eseguire dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza partenopeo in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma (su ordinanza del G.I.P. del tribunale di Napoli) perché ritenute indiziate di aver preso parte ad un’associazione a delinquere che avrebbe commesso diversi reati contro il diritto d’autore e reinvestito i proventi illecito. Arresto in carcere per il promotore e obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per due suoi complici. Nell’abitazione del capo della banda di pirati sono stati trovati circa 1600 contenuti pedopornografici commercializzati a pagamento su WhatsApp.
L’organizzazione criminale in soli 4 anni di attività, facendo pagare 10 euro al mese (80 euro per il pagamento annuale) ai suoi utenti (6mila dei quali sono stati individuati e verranno sanzionati) era riuscito a incamerare oltre 850mila euro.