I “femminielli” tornano a Montevergine, canti e balli per la Candelora
Dopo due anni di stop imposto dalla pandemia, torna a radunarsi sul monte Partenio la comunità Lgbt campana per la Festa della Candelora. La tradizionale “iuta dei femminielli”, la salita dei femminelli a Montevergine, un pellegrinaggio sospeso tra religiosità e paganesimo che si rinnova da più di otto secoli. La tradizione affonda le sue radici nella seconda metà del tredicesimo secolo.
COLEI CHE TUTTO CONCEDE E TUTTO PERDONA
Secondo la leggenda nel 1256, a causa di uno scandalo, due amanti omosessuali furono banditi dal paese, legati a un albero sulla montagna e condannati a morire di stenti. La Madonna Bruna, la Mamma Schiavona ebbe pietà di loro e li salvò scaldandoli con la sua luce. Nel periodo pre pandemia il numero dei partecipanti al pellegrinaggio cresceva anno dopo anno. Poi lo stop e oggi il ritorno a Montevergine.
DA NAPOLI IL PULLMAN DELL’ASSOCIAZIONE TRANSESSUALE NAPOLI
Tra i gruppi della comunità lgbt più attivi nell’organizzazione del pellegrinaggio l’Associazione Transessuali Napoli, partita in pullman da Napoli per raggiungere il santuario circondato dalla neve e dare vita a canti e balli popolari in onore della mamma schiavona, colei che tutto concede e tutto perdona. Per la vice presidente dell’Associazione transessuale di Napoli, Loredana Rossi, che ha accolto sul sagrato l’ex parlamentare Vladimir Luxuria, anche un momento per invocare la pace