Quel Pulcinella, che si erge colorato e vigoroso in piazza Municipio, è proprio come lo aveva immaginato e progettato Getano Pesce. Provano a scrivere la parola fine sulla polemica del momento i figli dell’artista scomparso, tirati per i capelli in una vicenda dai contorni grotteschi. Dal momento dell’installazione, l’abito della maschera napoletana, rivisitato e “scorretto” da Pesce, con i due cuori uniti da una freccia, è apparso ai più semplicemente una forma fallica, senza alcun rimando né poetico, tanto meno artistico, al simbolo partenopeo della commedia dell’arte. Tra gli imbarazzi dell’amministrazione comunale, gli equilibrismi lessicali dei curatori, con rimandi alla caratteristica provocatoria dell’arte moderra, il Pulcinella fallico è anche diventato star del web. Il profilo di Pesce su Instagram ha raggiungo i 100mila like, mentre superano il milione le visualizzazioni su numerosi video apparsi su TikTok. E’ lo “scemenzario” comune dell’epoca dei like e delle risatine idiote. Nulla di nuovo.
LE REAZIONI ALLA CAMERA
Ma cosa ha spinto i figli dell’artista a prendere carta e penna e scrivere una lettera “chiarificatrice”? Di sicuro anche la presa di posizione del presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, che fidandosi di ciò che è stato pubblicato in rete, è scivolato sui bozzetti. Veri o presunti. Sostenendo che “la resa artistica non sia stata all’altezza del raffinato ed elegante progetto elaborato dallo storico designer…”. Un’idea comune a tantissimi, che dall’alto della presenza su Facebook o Instagram , si sono improvvisati critici ed esperti in materia.
“E’ COME IMMAGINATO DA PAPA'”
Ma a rimettere le cose in chiaro, di fatto eliminando anche l’ultima superflua ipotesi che qualcuno avesse sbagliato a realizzare ciò che Pesce aveva immaginato, ci hanno pensato i congiunti dell’artista. Che affermano con fierezza: “Nostro padre non avrebbe mai pensato di offrire a Napoli qualcosa di offensivo o scontato. Al contrario, ha voluto donare due cuori. Ha scelto di celebrare il lato più femminile e colorato di Pulcinella, vestendolo con tonalità vivaci, in netto contrasto con il tradizionale bianco. È stato un gesto di grande dolcezza, che ha messo in risalto una Napoli ricca di sfumature, aperta e accogliente, proprio come l’amore che lui provava per lei”. Non impedisce un sorriso il riferimento al lato femminile, né sorprende la cura con cui sono state scelte le parole. Per uscire da un ginepraio, che resta tale. Anche i bottoni, alla cui mancanza molti “sarti del web” si erano attaccati. Anche questi li ha eliminati Pesce. E allora di cosa dolersi? Perché indignarsi? “Tu si na cosa grande” è destinata a dividere a far discute, Pesce la voleva così, ma a Napoli è piaciuta? O meglio, Napoli merita il Pulcinella fallico di Pesce?