venerdì, Novembre 15, 2024
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Jabil, i sindacati dicono no al piano di ricollocamento

Manifestazione dei lavoratori davanti alla Prefettura di Caserta

Jabil, i sindacati dicono no al piano di ricollocamento. Manifestazione dei lavoratori davanti alla Prefettura di Caserta, nostante la tempesta di vento e pioggia. I 190 dipendenti del sito di Marcianise si sono radunati questa mattina per protestare contro la loro condizione di precarietà. Il 31 gennaio prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali concessi dal Governo e scatteranno, di conseguenza, i licenziamenti. Per questo secondo i sindacalisti il piano di reindustrializzazione illustrato è “irricevibile”. Un piano che prevede procedure di riassunzione ma in un’impresa ancora non costituita.

COSA PREVEDE IL PIANO DELLA JABIL

Il piano dell’azienda prevede che i dipendenti, una volta licenziati da Jabil, dovrebbero poi essere riassunti. Ma in che modo e in quale azienda? A spese della stessa Jabil come avvenuto in passato con il ricollocamento in altre aziende come Softlab e Orefice. Stavolta in una nuova società creata dalla Tme di Portico di Caserta e da Invitalia (società del Ministero dell’Economia). E’ saltato per questo motivo il tavolo di convocazione al Mise programmato per il 24 gennaio. Lavoratori Jabil e sindacati sono sul piede di guerra.

LE REAZIONI DEI SINDACATI

“Un progetto che per ora non ha neanche uno stabilimento. Che i lavoratori Jabil hanno bocciato per evitare di ritrovarsi nella situazione dei tanti colleghi ricollocati in Softlab e Orefice, due casi di reindustrializzazioni fallite”. Queste le parole di Sonia Oliviero, segretaria generale di Cgil Caserta.
Per il segretario generale di Cisl Caserta Giovanni Letizia occorre maggiore controllo. “Regione e Governo – dice – devono monitorare costantemente che siano effettivamente mantenuti gli impegni sulla reindustrializzazione presi dalle aziende che ricollocano i lavoratori ex Jabil. Ciò non sta avvenendo, e se ciò non avviene la tensione sociale è destinata ad esplodere”.
Pietro Pettrone, coordinatore di Uil Caserta, teme impatti devastanti. “Queste vertenze – ha aggiunto – come avvenuto ieri per Softlab, possono diventare un rischio anche per la sicurezza pubblica, vista l’esasperazione dei lavoratori”.

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