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“Je song’ ‘sta poesia”, sonetti di William Shakespeare tradotti in napoletano diventano un disco

Je song’ ‘sta poesia è l’eco di contaminazioni culturali e musicali che è parte del DNA dei musicisti e dell’opera di ZioD – Dario Iacobelli – autore inconsapevole dei testi del CD tratti dal suo libro “30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Iacobelli”. Questo disco è anche la forte testimonianza che Dario è sempre stato, ed è tuttora, con noi”: con queste parole la band napoletana degli Assafà racconta il suo primo album, “Je’ song’ ‘sta poesia”, pubblicato dalla Polosud Records.

I sonetti di William Shakespeare tradotti in napoletano da Iacobelli si colorano di punk, funky e Vesuwave in questo disco, la cui produzione artistica è firmata dal bassista Amedeo Fogliano e dal chitarrista Elio “100GR” Manzo.

“Non ho mai perso la consuetudine di suonare il basso, da solo, con i dischi, con il computer, con amici e in qualsiasi altro modo. Con mio fratello Davide Fogliano (chitarra) e l’amico Toni Simonetti (batteria) abbiamo deciso di incontrarci periodicamente per suonare insieme e comporre una serie di brani. Infine, l’incontro con Filippo Iacobelli (voce), musicista e appassionato cantante e figlio del nostro caro amico Dario, è stato il completamento del gruppo e ha fatto nascere questo album”: a raccontare la genesi del disco è Amedeo Fogliano, deus-ex-machina del progetto e storico bassista dei Bisca, band-simbolo della scena musicale italiana sin dagli anni Ottanta.

Il disco presenta dieci brani e vede – accanto al quartetto degli Assafà – affiancati, per la prima volta dopo moltissimi anni, il sassofonista Sergio ‘Serio’ Maglietta e lo stesso Elio ‘100 grammi’ Manzo, componenti dei Bisca. “In questi nostri brani è possibile rintracciare – spiega Fogliano – impressioni musicali di tarantella, musica araba, spagnola, funky, pop, rock e new wave che,  affiancate dal canto in napoletano, danno un ulteriore elemento di originalità”.

Nel 2016 l’editore Ad Est dell’Equatore aveva pubblicato trenta Sonetti che Dario Iacobelli – compianto ‘provocautore’ e paroliere dei Bisca – aveva tradotto in lingua napoltana: “abbiamo scelto – spiega il figlio Filippo – dieci di questi sonetti che mio padre Dario aveva “tradotto e tradito”, come lui stesso diceva”.

Al disco hanno preso parte, inoltre, la percussionista Francesca Del Duca, l’attore americano Morgan Hooper, e le voci Lino Musella e Diotima Curto. L’album è stato realizzato in parte nello studio di registrazione Il Parco di Ninni Pascale, produttore di riferimento per molta musica indipendente nata all’ombra del Vesuvio, e completato nello studio di Elio Manzo con la post-produzione di Bob Fix, una delle ‘firme’ più autorevoli in questo ambito.

L’album è stato anticipato dal video, presentato sul canne YouTube ufficiale degli Assafà, della title-track “Je song’ ‘sta poesia”, disegnato dall’artista Francesca Tradii.

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