Un nuovo capitolo nella guerra napoletana dei murales. Una settimana fa, in seguito alla copertura del dipinto che raffigurava il rapinatore minorenne, Luigi Cajafa, in via Sedil Capuano nel centro storico di Napoli, è comparso uno sfregio sul ritratto dell’artista Jorit che, nel quartiere San Pietro a Patierno che raffigura Nino D’Angelo.
In un primo momento si è pensato che i vandali avessero agito in risposta alla cancellazione del murale di Cajafa.
E’ emerso poi che era una replica alla rimozione dell’altarino dedicato al pregiudicato Benvenuto Gallo. Non sono arte, ma solo inni alla criminalità: hanno tuonato alcuni rappresentanti delle istituzioni e il comune si è affrettato a inviare la Napoli Servizi e la Polizia municipale per l’eliminazione.
La furia iconoclasta ha messo sull’attenti anche i familiari e amici di Ugo Russo, ucciso da un carabinieri in borghese a cui aveva tentato di rapinare il rolex e che ha ispirato un altro murale in piazza della Parrocchiella ai Quartieri Spagnoli.
Dopo un post ,minatorio pubblicato dalla pagina “Verità e giustizia per Ugo Russo”, creata dopo la morte del 15enne, è più che giustificato il timore di nuove rappresaglie contro le tante opere di artisti di strada presenti in città.
“Se hanno intenzione di rimuovere anche il murales di Ugo saranno sfregiati tutti i murales di Napoli Centrale”, scrive uno degli amici di Ugo Russo, tra l’altro indagato per la devastazione dell’ospedale Pellegrini avvenuta la notte dell’uccisione del 15enne.
E’ la stessa famiglia di Ugo Russo però a provare a riportare la calma, lanciando un appello ai frequentatori della pagina Facebook a tenere i toni più bassi.
Il timore degli amici per la cancellazione del dipinto dei quartieri spagnoli nasce dalle dichiarazioni di prefetto e procuratore generale di Napoli, che spingono per l’eliminazione.
Va detto che per Russo l’intenzione del Comune è creare una nuova opera che non si presti a interpretazioni sbagliate e per evitare che possa diventare un inno alla criminalità per altri minorenni.