Da tecnico del Viminale non legata ad alcun partito, l’ha compreso bene il politichese il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
L’arte di dire tutto, senza dire niente, si è palesata nello specifico questa mattina, nella sede della Prefettura di Napoli dove, la titolare del Viminale è intervenuta per siglare un accordo sulla sicurezza con i rappresentanti degli enti locali e presiedere il tavolo di coordinamento per l’ordine pubblico, con i vertici delle forze dell’ordine.
Una rete di telecamere per la video sorveglianza, una serie di misure per prevenire la dispersione scolastica, l’infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici, soprattutto in quelli finanziati con il piano nazionale di ripartenza e resilienza e tante altre belle intenzioni per fare di Napoli e della Campania un territorio sicuro.
Un territorio dove la camorra non spari in pieno giorno tra la folla, così come accaduto nel quartiere fuorigrotta lo scorso 23 dicembre.
Purtroppo però, nell’accordo siglato non c’è traccia di misure di contrasto ad hoc della manovalanza della camorra che, non punta agli appalti pubblici, ma alla gestione dello spaccio di droga in strada, delle estorsioni e delle altre attività illegali.
Tra le altre emergenze legate all’ordine pubblico e alla sicurezza, deve essere sfuggito il contrasto all’invasività della camorra nel tessuto sociale ed economico.
Quando si è fatta notare questa lacuna, il ministro ha sfoggiato un politichese degno della prima repubblica