Si può anche salutare con soddisfazione il punto conquistato all’Olimpico contro la Lazio da una squadra in piena emergenza. Ma non si può assolutamente accettare l’idea che lo spettacolo (per così dire) visto a Roma, ovvero 95 minuti di noia e schermaglie in campo dove il più entusiasmante era Orsato, senza uno straccio di tiro verso la porta avversaria, sia quello offerto da una squadra con la “S” maiuscola. Da queste parti di squadre ci si intende. Sorprende che Mazzarri, che pure ne aveva creata e allenata una rimasta nel cuore dei tifosi, usi questi artifici lessicali per indorare una pillola che ormai non scende più. E’ vero che bisogna dimenticare la grande bellezza di epoca Spallettiana (e complimenti all’ex allenatore per la Panchina d’Oro conquistata oggi a Coverciano), accantonare il ricordo dolce dello Scudetto e pensare a un presente fatto di ridimensionamento tecnico e anche tattico. Ma non si può pretendere di spacciare tutto questo per un passo in avanti.
DE LAURENTIIS COSTRUISCA IL FUTURO DEL NAPOLI
La vera sfida per De Laurentiis è quella di ricostruire una squadra che sia capace di riproporre un calcio spettacolare e vincente, affidandosi a un allenatore con idee moderne e col quale condividere strategie. Vedere in campo Dendonker che al suo ingresso ha subito un tunnel, un sombrero e una ripartenza bruciante, non è confortante. I nuovi arrivi a cui si aggiungono Mazzocchi, Traorè e Ngonge non spostano gli equilibri. Anzi sanno di normalizzazione o al massimo di nuove scommesse. Quelle che piacciono tanto al presidente, che in questi ultimi due anni ha visto crescere esponenzialmente la sua disponibilità economica. Né convince l’idea di sostituire il roccioso Ostigard, già visto e valutato, con un poco convincente Nehuen Perez, da quella Udinese fucina di talenti e bidoni in egual misura. Il mercato si chiude alle 20 del 1° febbraio, c’è tempo per costruire. Ma qual è l’idea? Ecco questa è la domanda dirimenti: al futuro qualcuno sta pensando e, se sì, in quale direzione si vuole andare?