lunedì, Novembre 18, 2024
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Liquidazione degli Statali, cosa ha deciso la Corte Costituzionale

Per la Corte la "giusta retribuzione" non si limita solo a pagamenti "adeguati", ma anche a quelli effettuati in maniera "tempestiva"

I dipendenti pubblici hanno pienamente ragione nel contestare il ritardo nel pagamento della loro liquidazione, conosciuto come Tfs (trattamento di fine servizio), poiché questa pratica contrasta con i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione.

La Corte Costituzionale italiana, nella pronuncia n. 130 del 2023 ha stabilito che il principio della “giusta retribuzione” non si limita solo a pagamenti “adeguati”, ma implica anche che siano effettuati in maniera “tempestiva”.

LA SENTENZA DELLA CORTE DI COSTITUZIONALE

Questa sentenza è stata resa nota quasi un mese e mezzo dopo l’udienza pubblica nella quale si era discussa la questione di legittimità sollevata dal Tar del Lazio su ricorso di un poliziotto e dal tribunale di Velletri su richiesta di un dipendente del Ministero dell ‘Economia e Finanze e del sindacato Confsal-Unsa.

Tuttavia, nonostante il pieno riconoscimento dei diritti dei dipendenti pubblici, la Corte Costituzionale ha dichiarato “inammissibili” i ricorsi e ha rimandato la decisione al Parlamento, invitandolo in modo “pressante” a riscrivere le norme sul pagamento della liquidazione.

I CONTI PUBBLICI E LA NECESSITA’ DI TROVARE FONDI PER I PAGAMENTI ARRETRATI

La questione riguardante i conti pubblici è di particolare importanza. Secondo l’INPS, l’istituto nazionale di previdenza sociale, lo Stato dovrebbe erogare immediatamente una somma di 14 miliardi di euro per coprire i pagamenti delle liquidazioni ai dipendenti pubblici. Spetta quindi al Parlamento e al governo trovare una soluzione, nonostante il presidente uscente dell’INPS, Pasquale Tridico, avesse considerato l’importo “sostenibile” per il bilancio dell’INPS, che si è chiuso con un avanzo di 7 miliardi di euro e un patrimonio attivo di 23 miliardi di euro.

LA PROPOSTA DI GRADUALITA’ PER I PAGAMENTI DELLE LIQUIDAZIONI

La Corte Costituzionale suggerisce al governo e al Parlamento di adottare misure che prevedano una “gradualità” nell’erogazione delle liquidazioni. Non tutti i 14 miliardi di euro dovrebbero essere pagati immediatamente, ma potrebbe essere possibile procedere per fasi, ad esempio iniziando dai dipendenti pubblici con redditi più bassi. La Consulta ha deciso di non mettere sotto pressione il governo richiedendo un pagamento immediato che potrebbe compromettere la prossima manovra di bilancio, già prevista come complicata. Tuttavia, ha avvertito che il governo e il Parlamento non dovrebbero ritardare ulteriormente la questione e che essa dovrebbe essere risolta rapidamente. I giudici affermano che un’eccessiva inerzia legislativa non sarebbe “tollerabile”.

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