Applausi e apprezzamenti all’81esima Mostra del Cinema di Venezia per la proiezione de “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica. Il restauro del film, a 70 anni dalla sua uscita e a 50 dalla scomparsa del suo regista, è stato la pre-apertura della kermesse.
Al Lido di Venezia, in Sala Darsena, lo scorso martedì 27 agosto è stato presentato, in prima mondiale, il classico in versione restaurata digitale 4K.
L’opera, a cura di Cinecittà e per iniziativa della Filmauro Srl di Aurelio e Luigi De Laurentiis, con la supervisione artistica di Andrea De Sica, è stata realizzata a partire dal negativo scena 35mm e dal negativo colonne ottiche 35mm mono.
L’oro di Napoli, tra il neorealismo e la commedia all’italiana
“L’oro di Napoli venne girato in un momento di passaggio tra il neorealismo e la commedia all’italiana e non fu subito compreso”. Queste le parole Alberto Barbera, direttore dell’81esima Mostra, ha sottolineato l’importanza del film, già parte della sezione Venezia Classici.
Un capolavoro divenuto immortale. Tra gli applausi della sala e gli apprezzamenti dei presenti, il film riprende nuova vita durante l’anniversario dei 70 anni dalla sua nascita.
C’è di più. L’anno corrente segna i 50 anni dalla scomparsa di Vittorio De Sica, regista e attore che ha dato i natali a questo grande classico.
“L’oro di Napoli”, grazie al restauro, godrà di nuova vita e successo.
Il restauro a cura di Andrea De Sica
La cura di questo meraviglioso restauro appartiene ad Andrea De Sica, regista e nipote di Vittorio.
“Il negativo scena presentava numerose macchie, vecchie giunte riparate a scotch e una grande quantità di righe, graffi e spuntinature. Alcuni strappi e rotture importanti hanno reso indispensabile la ricostruzione di diversi fotogrammi. – si legge sul sito della Biennale – È stato necessario il trattamento per la rimozione del flicker su molte inquadrature. Un color grading accurato ha ricreato contrasti e look originale della fotografia. Si è dovuto intervenire sulla colonna eliminando i classici difetti presenti in un supporto dell’epoca, agendo sul rapporto segnale-rumore per ricreare il giusto equilibrio tra suono d’ambiente e dialoghi. La presenza di una rottura del supporto ha reso necessaria la ricostruzione di una battuta”.
Andrea De Sica ha dedicato questo complesso e delicato lavoro a suo padre Manuel, figlio dello stesso Vittorio, che aveva già iniziato il recupero dell’opera.
Sei episodi per raccontare Napoli
“L’oro di Napoli”, 1954 di Vittorio De Sica, è suddiviso in 6 episodi tratti dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta.
Il film, sceneggiato insieme al regista da Cesare Zavattini e prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, racconta attraverso i suoi capitoli, diverse sfaccettature della Napoli città e della Napoli cultura, che di personalità ne è piena: Il guappo, Pizze a credito, Il funeralino, I giocatori, Teresa e Il professore.
Nel corso degli anni, il film di De Sica ha vinto numerosi premi: in concorso a Cannes nel 1955, Nastri d’argento per la miglior attrice, Silvana Mangano, e per il miglior attore, Paolo Stoppa.
Quest’anno, poi, la kermesse cinematografica veneziana ha reso “L’oro di Napoli” meritevole della pre-apertura.
Selezionato, poi, tra i 100 film italiani da salvare, il capolavoro di De Sica è stato restaurato dal nipote e regista Andrea con affetto, amore e talento.
Il film, con Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò, vedrà la sua anteprima presso il Teatro San Carlo di Napoli e, subito dopo, la sua uscita in tutta Italia.