venerdì, Novembre 22, 2024
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Lotta alle truffe, il contrasto alle auto con targhe estere

Lotta alle truffe, il contrasto alle auto con targhe estere

Negli ultimi anni si sta assistendo, specie nel nord Italia ed ancor più nella regione Campania, ad un aumento esponenziale di automobili circolanti con targhe estere, soprattutto bulgare e polacche.

Il fenomeno è allarmante atteso che tramite la cosiddetta estero-vestizione (si veste un veicolo italiano con targa straniera) vi sono automobilisti resisi assicurati con contratti dubbi rispetto alla data di copertura e alle garanzie per i danneggiati in sinistri stradali, ovvero, circolanti con veicoli non assicurati. Ancora, mediante tale escamotage è possibile non pagare il bollo (o il super bollo per le auto di lusso), evitare di effettuare la revisione, eludere il pagamento delle contravvenzioni al codice della strada.

Il fenomeno così delineato, dunque, rappresenta un danno alla collettività, una potenziale truffa allo Stato ed al contempo può integrare ipotesi di evasione fiscale in piena regola circa la violazione della normativa sull’imposta sulle assicurazioni.

Inoltre, i dati dimostrano che sovente i veicoli con targa straniera risultano coinvolti in sinistri stradali fraudolenti a danno delle imprese assicurative e del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada.

Le nuove norme per circolare in Italia

Eppure, la legge italiana ha cercato a più riprese di ostacolare tali procedure, ma vi è stato un sovrapporsi di novità legislative ed eventi i cui effetti, probabilmente, non sono stati attentamente valutati.
Dopo la stretta del DL 113/2018 (Decreto sicurezza), per adeguarsi alle norme europee, la legge europea 2019 (la n. 238/2021) ha modificato gli articoli 93, 94, 132 e 196 del Codice della strada ed è stato aggiunto l’articolo 93-bis.

Allo stato, tutti gli autoveicoli, motoveicoli e rimorchi immatricolati all’estero che circolano in Italia devono essere iscritti al Reve (Registro Veicoli Esteri), così da ottenere l’immatricolazione italiana. Un veicolo con targa estera non può circolare oltre l’anno su suolo italiano; inoltre, chi è residente in Italia da più di 90 giorni non può circolare con targa straniera sulle nostre strade.

Se il conducente del veicolo immatricolato all’estero risiede in Italia, ma non è il proprietario del mezzo (perché, ad esempio, lo ha preso a noleggio a lungo termine, o con un contratto di leasing o di comodato), insieme ai documenti di circolazione rilasciati dallo Stato estero, deve portare con sé un documento sottoscritto dall’intestatario del veicolo dal quale risulti per quanto tempo e a che titolo lo sta utilizzando.

In linea di principio, si è passati da un divieto di guidare sul territorio nazionale veicoli con targa estera per chi risieda in Italia da più di 60 giorni a un obbligo di immatricolare con targa italiana (articolo 93-bis) il proprio veicolo entro tre mesi.

Gli escamotage per aggirare la norma

Dopo una prima battuta di arresto, sono tornate a circolare numerose targhe straniere, soprattutto nel capoluogo partenopeo: molti cittadini, infatti, sono riusciti a trovare un ennesimo espediente con cui aggirare i vincoli legislativi.

La chiave di tutto sta nel fatto che, nel nuovo regime, l’immatricolazione in Italia si può evitare se il conducente residente in Italia non coincide col proprietario (residente all’estero): in questo caso, si è in regola se si tiene a bordo un documento con data certa firmato dal proprietario, che indichi a che titolo e per quanto tempo il conducente può utilizzare il veicolo.

Alcune aziende (soprattutto in Campania) hanno creato, dunque, delle società di leasing estere che rottamano l’auto in Italia e, dopo 10 giorni, consegnano targa e libretto provenienti da un altro Paese. Proprio il noleggio di queste auto, prima immatricolate in Italia, poi radiate per esportazione, quindi, reimmatricolate in un paese estero e rientrate in Italia per essere cedute in locazione, consente ai locatari di abbattere notevolmente i costi dell’assicurazione e di sottrarsi al pagamento della tassa di possesso e delle multe per violazioni al codice della strada.

Altro stratagemma, utilizzato da stranieri che hanno ottenuto la residenza in Italia, consiste nell’intestare il veicolo ad un parente che ancora vive nel paese di origine per evitare la disciplina  italiana (fiscale, assicurativa,…).

I danni alla collettività

Il fenomeno della circolazione illegittima delle targhe straniere è una immane truffa che si fa contro gli interessi nazionali dello Stato italiano.
Tuttavia, il danno ed il peso economico di siffatte operazioni, a ben vedere, gravano sulla intera collettività.

La targa estera porta con sé il fatto che la polizza assicurativa sia rilasciata nel Paese di immatricolazione: saltano quindi l’aliquota sui premi RC Auto del 2,5%, in favore della Consap, il contributo al Servizio sanitario nazionale (aliquota del 10%) e l’imposta sulle assicurazioni che a Napoli è pari al 16%. Tali costi sono dovuti sulle polizze Rc auto emesse dalle imprese assicurative in Italia.

Sempre sul fronte assicurativo, si acutizza il problema delle compagnie estere (in particolare di alcuni Paesi dell’Est Europa), che a volte non risarciscono i danni o lo fanno in modo tardivo o incompleto, aggravando il fabbisogno per pagare i sinistri nella singola provincia/area metropolitana.

RISPARMIARE A SPESE DELLA COLLETTIVITA’

Il risultato è che chi circola in Italia con la targa estera in modo non convenzionale risparmia anche sull’assicurazione, a spese della collettività nazionale.

Infatti, i risarcimenti dovrebbero essere garantiti dall’Ufficio Centrale Italiano, che funziona grazie ai contributi pagati sulle polizze emesse in Italia.

In verità, la procedura che coinvolge l’U.C.I. risulta particolarmente complessa e spesso si conclude con un diniego del risarcimento dovuto alla difficoltà di reperire la Compagnia estera di riferimento o al rifiuto di quest’ultima di risarcire il danno provocato, o ancora ai vizi dell’istruttoria che viene affidata ad una società terza nominata dalla Compagnia di assicurazione estera.

Ad una analisi più attenta, si comprende che la procedura di liquidazione del danno, in caso di incidente provocato da veicolo immatricolato all’estero, risulta affetta da molteplici criticità derivanti proprio dal fatto che l’UCI non ha mai istituito una procedura di incarico DI propri LIQUIDATORI E FIDUCIARI, restando la liquidazione del danno, di fatto, affidata a terze società e/o mandatarie della compagnia assicurativa estera.

Tali enti, come dimostra l’evidenza empirica, non hanno né le capacità né gli strumenti per svolgere una adeguata istruttoria del sinistro: infatti, si tratta spesso di società multiservizi che non hanno alcuna specializzazione in materia o, in ogni caso, di società che non hanno alcuna esperienza sul campo e conoscenza del territorio.

Nel caso in cui il veicolo estero non sia assicurato, l’onere del risarcimento grava sul Fondo vittime della strada alla formazione del cui patrimonio contribuiscono tutti i cittadini virtuosi che pagano premi assicurativi.

I sinistri fraudolenti che vedono il coinvolgimento dei veicoli immatricolati all’estero

Altro aspetto preoccupante della circolazione non convenzionale dei veicoli con targa straniera concerne il coinvolgimento di tali mezzi in sinistri fraudolenti QUALI PRESUNTI DANNEGGIATI.

Si pensi che, dai monitoraggi sul fenomeno, condotti dalle compagnie assicurative, è emerso che nel solo anno 2022 sono stati rubricati oltre 4.000 sinistri con ricorrenza di targhe estere da tutta Europa. L’incidenza è maggiore nella regione Campania.

3 SITUZIONI FRAUDOLENTE

L’analisi di tali ricorrenze sinistrose ha consentito di individuare tre principali, ricorrenti, situazioni fraudolente, ovverosia:

– I legali dei danneggiati, le controparti ed i testimoni sarebbero spesso soggetti inesistenti, come risultato dalle verifiche anagrafiche effettuate tramite l’Agenzia delle Entrate.

– Le targhe montate sui mezzi incidentati sarebbero false. In molti casi, infatti, si tratterebbe di targhe abbinate ad un differente veicolo, come emerso in seguito a verifiche di riscontro con i corrispettivi registri di targhe straniere. In altri casi si tratterebbe di targhe assolutamente inesistenti, o, ancora, di targhe abbinate a veicoli rubati (ovvero le targhe estere risulterebbero essere oggetto di furto).

– Per le richieste risarcitorie verrebbe utilizzato sovente un medesimo veicolo sul quale verrebbero montate, però, targhe diverse. Uno stesso danno, in tal modo, viene liquidato più volte. Inoltre, il veicolo, in questo modo, sfugge al database gestito dall’Ivass. Tale tipologia di truffe è stata individuata dalle aree antifrode delle compagnie assicurative procedendo alla identificazione corretta del veicolo mediante rilevamento del numero di telaio, in caso di sinistri con denuncia di danni similari.

OLTRE TALI FATTISPECIE FRAUDOLENTE, negli ultimi tempi si è registrato un aumento delle richieste risarcitorie di veicoli con targhe provvisorie, utilizzate in maniera illegittima.

LE EVIDENZE EMPIRICHE SUI FENOMENI FRAUDOLENTI CHE RIGUARDANO I VEICOLI IMMATRICOLATI ALL’ESTERO, SEMBRA SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTI IN RELAZIONE AGLI IMPORTI RISARCITI. QUESTI INEVITABILMENTE AUMENTANO IL FABBISOGNO PER PAGARE I SINISTRI DEL TERRITORIO E POTREBEBRO COMPORTARE SIGNIFICATIVI AUMENTI DEI PREMI.

Possibili soluzioni

La portata del fenomeno ed i danni che ne derivano sembrano all’attualità sottostimati dalle Istituzioni e dalle imprese. Sarebbe pertanto opportuno iniziare, anche se in palese ritardo, a ricercare le evidenze empiriche sulla circolazione dei veicoli con targhe estere, rilevare i relativi dati numerici e conoscere le realtà fattuali sul tema della locazione o sublocazione di veicoli con targa straniera.

L’esperienza maturata sollecita di ricercare soluzioni e sollecitare un ulteriore intervento legislativo che consenta di superare le criticità emerse e i raggiri all’attuale normativa.

DAL PUNTO DI VISTA DELL’ASSICURAZIONE SAREBBE NECESSARIO RENDERE CONCRETO IL PARADIGMA DELL’UBICAZIONE DEL RISCHIO LEGATO ALLA CIRCOLAZIONE DEL VEICOLO CON LA SUA TARIFFAZIONE, AL FINE DI EVITARE FENOMENI ELUSIVI E DI FRAUDOLENTA ASSUNZIONE DEL RISCHIO.

NECESSARIO UN LAVORO SINERGICO

Al contempo è necessario un lavoro sinergico delle compagnie assicurative, delle autorità penali, della amministrazione finanziaria e della guardia di finanza teso ad individuare e debellare il fenomeno delle intestazioni fittizie, delle locazioni in violazione della legge e dei fenomeni fraudolenti legati assunzione di rischi e alla liquidazione dei danni che coinvolgono veicoli con targa estera.

In tal senso, sarebbe quanto mai opportuno effettuare verifiche sul veicolo con targa estera presso il database del Registro Pubblico dei Veicoli Esteri (REVE) la qual cosa consentirebbe di conoscere il reale locatario del mezzo e la effettiva provenienza.
Ancora, analogamente a quanto già avviene in caso di veicoli non assicurati, i Tribunali dovrebbero negare il risarcimento ai danneggiati che pongano in circolazione un veicolo con targa straniera con espedienti contra legem.

Altresì, proprio con riferimento alle richieste risarcitorie aventi ad oggetto sinistri con targa straniera, SAREBBE necessario che le compagnie assicurative svolgessero una istruttoria PIU’ attenta e che, quanto meno in sede di perizia, si provveda per la corretta identificazione del veicolo al rilevamento del numero di telaio. Ciò ad evitare il consumarsi di pericolose truffe e che il medesimo danno sia oggetto di plurime liquidazioni.

Invero, il dato fondamentale per riscostruire la storia di un veicolo e verificare eventuali manomissioni, è rappresentato dal numero di telaio, che, tuttavia, ad oggi è difficile da censire e da estrarre dalle banche dati.

SEDE GIUDIZIALE

In sede giudiziale, inoltre, diventa più che mai necessario verificare la legittimazione attiva del richiedente il risarcimento e di agire mediante azioni preventive ( accertamento conservativo ed accertamento negativo del credito)

Si tratta di arginare un danno alla collettività, che richiede di superare inefficienze di sistema, al fine di ripristinare al più presto possibile la legalità e la tutela degli assicurati con contratti stipulati con imprese italiane.

Fonte: Riccardo Vizzino; Avvocato, Responsabile nazionale di Civicrazia contro le truffe

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