mercoledì, Maggio 1, 2024
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L’ultrà De Santis in cella: “Ogni giorno penso a Ciro Esposito”

Daniele De Santis parla dal carcere di Rebibbia: “La mia vicenda sia da insegnamento. Sono triste per scontri sulla A1”

L’ultrà De Santis in cella: “Ogni giorno penso a Ciro Esposito”

L’ultras della Roma che nel 2014 uccise il tifoso napoletano: “La mia vicenda sia da insegnamento perché queste tragedie non si ripetano”.

Ogni giorno, in cella, penso a Ciro Esposito. Non nego di aver anche desiderato che l’epilogo di questo dramma fosse a parti inverse. Mi pento di essermi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Al posto di Ciro poteva trovarcisi chiunque”.

L’ULTRA’ DAL CARCERE DI REBIBBIA PARLA  DEGLI SCONTRI IN AUTOSTRADA TRA TIFOSI DI ROMA E NAPOLI

Dopo gli scontri sull’A1 tra tifosi della Roma e del Napoli, dopo la decisione di vietare le trasferte, parla all’Adnkronos dal carcere di Rebibbia Daniele De Santis, l’ultras giallorosso condannato a 16 anni di reclusione per aver ucciso con un colpo di pistola il 3 maggio del 2014 il tifoso del Napoli Ciro Esposito negli scontri che anticiparono la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli.

“Quel giorno anche io ho riportato numerose lesioni ma i miei aggressori sono rimasti ignoti e impuniti – dice – Oggi sto bene, ovviamente per quanto si possa star bene nelle condizioni in cui vivo e nonostante le enormi difficoltà legate allo stato di invalidità fisica irreversibile che mi trascino da quel giorno”.

“Mi rattrista quanto accaduto sull’A1, tutto quanto sta avvenendo oggi restituisce un’immagine del calcio ben lontana dalla vera essenza di questo sport”.

E INTERVIENE SULLE DEGENERAZIONI DEL MONDO CALCISTICO

“Se le persone vivessero la passione calcistica per quello che è, come un momento di sana condivisione agonistica e non considerando la partita solo come una sfida per affermare la propria superiorità rispetto all”avversario’, certamente non ci sarebbe bisogno di pensare a certe misure così incisive”.

“Mi rendo conto, tuttavia, che comunque siano necessarie per contenere tutte quelle degenerazioni che non dovrebbero appartenere al mondo calcistico”.

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