mercoledì, Agosto 27, 2025
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Monte Faito, analisi sulla “testa fusa” che provocò la tragedia

La manutenzione ordinaria e straordinaria, ma anche i controlli periodico condotti sull’intero impianto di risalita gestito dall’Eav, che permetteva alla cabina di raggiungere in otto minuti quota 1131 metri partendo da Castellammare di Stabia. Su questo si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti, in merito alla terribile tragedia del giovedì santo sul Monte Faito. La superficialità in alcune di queste operazioni di routine potrebbe aver causato la tragedia.

Intanto il quotidiano Il Mattino pubblica le foto della “testa fusa” della funivia, recuperata dopo alcune settimane sul luogo del disastro. Si vede un blocco di metallo e numerosi fili tranciati, ma anche una serie di piccoli tagli e ammaccature.

Nel frattempo, continuano anche gli accertamenti su telefonini e sulle strumentazioni elettroniche nelle due centrali operative delle stazioni, insieme all’analisi di alcuni filmati delle telecamere degli impianti Eav che hanno registrato parte dell’accaduto. Da questo pezzo si strappato il cavo d’acciaio che ha provocato il distacco della cabina, precipitata al suolo provocando la morte di quattro persone.

Tra tre settimane si torna in aula davanti al Gip di Torre Annunziata, Luisa Crasta. Nell’occasione si farà il punto della situazione sull’sull’incidente probatorio in corso. Sono 26 le persone iscritte nel registro degli indagati – tra cui l’Eav, con dirigenti e dipendenti, l’agenzia Ansfisa che ha curato le verifiche e le aziende che si sono occupate della manutenzione. L’inchiesta coordinata dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Giovanni Cilenti, sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio). I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose.

Nella tragedia persero la vita l’operatore Eav Carmine Parlato, la coppia di inglesi Graeme Derek Winn e Elaine Margaret Winn, la giovane turista isrealo-palestinese Janan Suliman, ed è sopravvissuto suo fratello Thabet.