Poteva essere salvato da un intervento tempestivo che invece non c’è stato. E’ la conclusione di Antonio Zobel, avvocato della famiglia di Giuseppe Cantalupo, l’uomo morto nel bagno del Pronto Soccorso dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Se quella grave insufficienza respiratoria fosse stata prontamente contrastata, secondo il legale, probabilmente Cantalupo si sarebbe salvato. La deduzione al termine dell’esame autoptico tenutosi oggi nell’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. L’84enne è deceduto in un bagno del pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli, lo scorso 11 novembre. Le terribili immagini, girate da uno dei pazienti che erano nella sua stessa stanza, il 30enne Rosario La Monica, divennero subito virali su social e chat, suscitando ovunque sgomento. Una vicenda che ha contribuito ad aprire il fuoco delle polemiche sulla sanità campana, proprio nelle ore in cui si discuteva del passaggio della regione da zona gialla a zona rossa, e sulla quale la direzione del Cardarelli ha avviato una indagine interna. Sul caso Cantalupo è stata subito aperta anche una inchiesta penale da parte dei magistrati della VI sezione della Procura di Napoli
Morto nel bagno del Cardarelli: “Secondo autopsia si poteva salvare”
L'avvocato della famiglia di Giuseppe Cantalupo, l'anziano morto nel bagno dell'ospedale Cardarelli e filmato da un altro paziente, ha rivelato i contenuti dell'esame autoptico eseguito all'ospedale di Giugliano