Ogni anno il due novembre c’è l’usanza per i defunti andare al cimitero, recita la livella di Totò.
Ognuno deve avere questa educazione, ognuno deve avere questo pensiero, anche il neo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che questa mattina si è recato al cimitero cittadino per la tradizionale deposizioni delle corone di fiori sulle lapidi poste in memoria di personaggi illustri della città o di chi fa parte delle pagini tristi della storia di Napoli.
Come gli undici fiori del Melarancio, i ragazzi del quartiere Arenella di Napoli che persero la vita 34 anni all’interno della galleria del “Melarancio”, sull’autostrada A/1, mentre si recavano per una gita sul lago di Garda, o come Annalisa Durante, uccisa nel 2004 a Forcella per errore durante un agguato di camorra.
Sullo sfondo del 2 novembre e di tutto ciò che significa per la società partenopea, restano i problemi di Napoli molti dei quali strettamente finanziari da risolvere con i fondi del Piano Nazionale di ripresa e resilienza e altri, come la movida violenta, che negli ultimi giorni si è ripresa le prime pagine dei giornali.
Al termine della deposizione di fiori, il sindaco si è poi recato nella chiesta storica del cimitero monumentale per partecipare alla messa celebrata dall’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia.