Ha suscitato grande emozione la morte di un studente del Liceo Umberto di Napoli, aveva solo 17 anni. Giuseppe è stato stroncato da un’infarto. Oggi gli alunni dell’istituto hanno osservato un minuto di silenzio e si sono stretti ai familiari del loro compagno di scuola. Il papà è un dipendente dello stesso istituto.
L’ALLARME DEI CARDIOLOGI
Gli infarti e i casi di morte improvvisa sono triplicati negli ultimi anni e la pandemia Covid ha le sue responsabilità. La maggior parte dei casi riguarda ragazzi tra i 16 e i 28 anni. E’ necessario rimettere in piedi i progressi fatti dalla medicina d’urgenza negli ultimi 20 anni, cancellati dal prolungato stato di emergenza sanitaria. A lanciare l’allarme da Napoli gli esperti intervenuti nei mesi scorsi ai lavori del XXIV Congresso nazionale del Giec, il Gruppo Intervento Emergenze vascolari, dedicata all’informazione dei giovani sulla prevenzione delle aritmie cardiache e a cui hanno preso parte gli studenti di alcune scuole del territorio.
SOTTO ACCUSA DROGHE E BIBITE ENERGETICHE
Presidente nazionale del congresso è stato il dottor Maurizio Santomauro, del Dipartimento di emergenze cardiovascolari dell’Azienda ospedaliera dell’Università Federico II: “Ci è sembrato indispensabile offrire agli studenti informazioni, scientificamente controllate dalla società di cardiologia d’emergenza, atte a prevenire le aritmie cardiache, che possono essere spesso innescate o da un uso scorretto di sostanze stimolanti il cuore, come eccessive dosi di caffeina o addirittura uso illecito di sostanze dannose per il cuore. Il Primo passo che vogliamo affrontare con i ragazzi oggi, è quello di cominciare a pensare a curare il cuore già da giovani per conservarlo in anni successivi. Dopo la pandemia – ha proseguito durante il suo intervento Santomauro – questo è diventato perentorio, perché il numero di infarti con il Covid è aumentato. Il Covid ha fatto saltare 20 anni di prevenzione cardiovascolare in Italia, dobbiamo ritornare agli stessi livelli del 2019, sia riducendo i casi di infarto che di morte improvvisa. I casi sono triplicati. E’ un dato allarmante, se consideriamo che la maggior parte delle morti improvvise è capitato tra ragazzi tra i 16 e i 28 anni. Ciò significa che la prevenzione si è ridotta, soprattutto nello sport. Dobbiamo ritornare nell’ambito della scuola e dello sport, soprattutto amatoriale, per inculcare ai ragazzi la prevenzione cardiovascolare e la necessità di controlli periodici. Soprattutto dopo i 35 anni, anche in assenza di sintomi”.