Napoli capitale dello sport nel 2026? Troppi gli impianti abbandonati e vandalizzati
Da Scampia a Ponticelli, da Fuorigrotta a Barra passando per le centinaia di campetti, palestre e circoli abbandonati, inutilizzati e attualmente inagibili.
Gli impianti sportivi di Napoli versano da anni in situazioni disastrose. In molti casi si tratta di vere e proprie cattedrali nel deserto abbandonate e vandalizzati che attendono una nuova vita da parte dell’amministrazione comunale.
L’onda lunga delle Universiadi si è ormai esaurita e sono sempre più le piscine, le palestre, i palazzetti e i campi di calcio a non poter essere usufruiti dalla cittadinanza.
GLI IMPIANTI SPORTIVI ABBANDONATI
Basti pensare alla situazione di inagibilità del Palastadera, alla piscina comunale “M. Galante” di Scampia, piscina comunale Bulgarelli a Poggioreale, dove il tetto, crollato nell’agosto scorso, non è stato più ricostruito, all’abbandono del Centro sportivo di via delle Repubbliche a Barra. Una situazione che stride con la candidatura di Napoli a Capitale dello sport 2026 lanciata dal sindaco Manfredi. Il Presidente della Commissione Sport Esposito ai nostri microfoni chiarisce quali sono gli obiettivi del Comune e come recuperare questi impianti vitali per le comunità specie delle periferie.
LA PALESTRA DI MADDALONI
E in queste ore un altro argomento sta tenendo banco, la possibile chiusura della palestra Maddaloni a Scampia. L’impianto che sorge in un edificio che inizialmente non era adibito a palestra negli anni ha salvato tanti ragazzini del quartiere dalla strada e dalla rete della camorra ma è stato anche banco di prova per tanti ragazzi che hanno sbagliato e dal carcere sono stati affidati al maestro Gianni Maddaloni per riabilitarsi. Oggi il comune chiede al maestro di judo un fitto troppo alto che è incompatibile con le possibilità della palestra. Il Comune sta cercando di trovare a breve una soluzione ecco come.