Cosa resta del Capodanno in piazza a Napoli? L’esperimento di spalmare su 4 giorni i festeggiamenti per la fine dell’anno, senza puntare sui big nella pizza principale della città, ha avuto un buon riscontro in termini di presenze. Certo, considerate le migliaia di turisti che da mesi affollano Napoli, è difficile scindere l’indotto tra il pubblico che ha voluto assistere alle esibizioni e quello che si è trovato per caso. Diciamo subito che Rkomi, il 30 dicembre in piazza Plebiscito, ha riscaldato poco la platea e che l’idea di fare anticipare l’uscita dell’ex giudice di XFactor da un plotone di agguerrite giovani artiste è stata vincente.
GLI EVENTI DEL CAPODANNO
Di grande impatto il tributo a Pino Daniele in Galleria Umberto, con il corollario di proteste, però, dei residenti e dei commercianti. Nella piazza più importante della città la scelta è stata quella di affidare alla comicità dissacrante di Peppe Iodice l’addio al 2022. Con lui un nutrito gruppo di artisti napoletani, Lina Sastri, Clementino, Rosario Miraggio e Franco Ricciardi, con le irruzioni di Belen Rodriguez (per garantire la sua presenza, a casua delle esclusive, non si è potuta organizzare la diretta tv) e Stefano De Martino. Il Comune calcola 50mila presenze, sono forse un po’ di meno, ma in una città di 1milione di abitanti, con centinaia di migliaia di turisti, non è che si possa gridare al miracolo. Eppure la formula lunga ha un suo fascino, l’idea sostenuta da Ferdinando Tozzi, delegato per l’industria musicale, può essere perfezionata ma è apprezzabile.
L’ENTUSIASMO DI MANFREDI
Il sindaco Gaetano Manfredi, dal risultato della piazza fa scaturire una riflessione ardita: Napoli così entra nel novero delle grandi capitali europee. L’impegno serale per tenere aperte funicolari e trasporto su ferro o quelli dell’Asia per la notte di San Silvestro, sarebbero elementi da evidenziare con entusiasmo. Ma le strade di buona parte della città sono ancora lerce, tonnellate di rifiuti composti da batterie di fuochi esplose, bengala, residui di fuochi pirotecnici, sono ancora ben presenti. L’intervento dell’Asia, dunque, è stato lungi dall’essere impeccabile e tempestivo. In 100mila, secondo le aziende dei trasporti, si sarebbero serviti dei convogli marcianti, anche in questo caso elemento notizia da raccontare perché inedita. Non nel resto d’Europa, sicuramente. E men che meno in una capitale, come Napoli merita di tornare a essere.